Riceviamo e pubblichiamo la risposta di Nicola Fiorita (Cambiavento) alla lettera aperta inviata ai candidati a sindaco di Catanzaro da parte di Elena Sodano, presidente dell’associazione RaGi.
Conosco da tempo l’associazione RaGi e penso che dovrebbe imparare a conoscerla tutta Catanzaro, al di là delle famiglie che direttamente beneficiano della qualità dei suoi servizi assistenziali. Conosco Elena Sodano, ho stima di lei e ammiro la caparbietà con cui ha portato avanti il suo progetto. Un progetto per molti versi rivoluzionario e per questo inevitabilmente accompagnato da difficoltà, se non addirittura da vera e propria ostilità. Non mi stupisce affatto, quindi, che la sua lettera aperta ai candidati sindaco sia stata scritta all’insegna di un “punto e a capo”. Anzi, avrei voglia di scrivere a mia volta che con Elena Sodano condividiamo esattamente il medesimo bisogno di un punto e a capo. Una pagina nuova su cui cominciare a scrivere una nuova storia per la nostra città.
Com’è già accaduto in occasione di un’altra lettera aperta, anche in questo caso non voglio rispondere servendomi del nostro programma di governo. Il documento è accessibile a tutti ed Elena Sodano non ha certo bisogno che sia io a illustrarle le nostre proposte in tema di politiche socioassistenziali e il lavoro che siamo intenzionati a fare affinché, come si dice, nessuno resti indietro. Quello che voglio qui evidenziare è invece la visione che ci anima e sulla quale sento di poter rassicurare la presidente di RaGi.
C’è un aspetto che mi ha molto colpito, quando ho voluto approfondire l’approccio dell’Associazione alla demenza ed è il cambio totale di prospettiva. Il terapeuta non impone e non si impone, nel rapporto con il paziente. Anzi, prende su di sé quel mondo, lo fa suo, lo veste, fino a farne normalità, lì dove il pregiudizio e una cultura profondamente sbagliata vorrebbero la demenza come una condizione di anormalità. Ecco il cambio totale di prospettiva, il gesto rivoluzionario, ed ecco perché mi è subito piaciuto lo slogan di RaGi: “Io sono demente”. L’ho trovato formidabile nella sua capacità di diventare chiave di lettura nell’affrontare il bisogno, la domanda di attenzione e di cura generalmente intesi.
C’è qualcosa in quell’approccio che trovo familiare rispetto al nostro modo di intendere il governo partecipato che vorremmo per la nostra comunità. Un governo che non impone ma ascolta, raccoglie, si siede dalla parte del cittadino e da quella prospettiva guarda per individuare le soluzioni più adatte ai diversi problemi. Esattamente il contrario della realtà che abbiamo davanti oggi e che Elena Sodano giustamente stigmatizza. Per le politiche socioassistenziali Catanzaro spende poco e male, molto al di sotto delle altre città italiane. Questo vuol dire lasciare indietro uomini e donne, bambini e anziani in una condizione sociale e umana inaccettabile. Ne abbiamo avuto piena contezza incontrando di recente gli operatori del Terzo Settore, le associazioni, le cooperative, che tutti i giorni combattono con le difficoltà di un mondo sottovalutato e trascurato dalle Istituzioni. Perché è di una guerra che si tratta, quella guerra che anche Elena Sodano ha combattuto e combatte con i suoi operatori; persone, professionisti, di cui ho spesso sentito parlare. Persone che conoscono il valore inestimabile del sorriso e della carezza, dell’amore per gli altri e per il loro lavoro, che degli altri si fa carico.
Una città più giusta è quella capace di riconoscere e di riconoscersi in tutto questo. Un governo che si rispetti è quello che a tutto questo apre le porte. Un programma di governo che non voglia essere semplicemente un esercizio di stile o solo un adempimento burocratico della campagna elettorale è quello che “si fa scrivere” anche dai contributi e dalle spinte che vengono da parole limpide e coraggiose come quelle scritte da Elena Sodano. Noi siamo qua, con l’impegno solenne di costruire una Catanzaro migliore. Con l’impegno di mettere, anche con RaGi, un punto e poi andare a capo. (Nicola Fiorita – candidato a sindaco – Cambiavento).