Ad annunciarle, in una nota stampa, il Responsabile Organizzativo PD Calabria, Giovanni Puccio
Ancora una volta la concertazione tra soggetti istituzionali e sindacati è foriera di buone notizie. Lo dimostra la proposta di legge, resa nota dalla III^ Commissione del Consiglio Regionale, che è stata depositata per la successiva e rapida approvazione dell’Assemblea tesa a consentire la permanenza in servizio delle centinaia e centinaia lavoratori precari della sanità calabrese.
Sono gli stessi lavoratori che garantiscono servizi e funzioni indispensabili all’utenza e che, senza un’adeguata azione legislativa, resteranno senza lavoro dal primo gennaio prossimo con immediate e gravi ripercussioni sull’intero sistema sanitario calabrese. – La sanità della nostra regione, oltre ai mali che tutti conosciamo e che non sono stati risanati da 10 anni di gestione commissariale, è stata catapultata in un burrone di precarietà ed incertezza occupazionale che tocca ogni settore ed ogni provincia -. Il grido di allarme che si è alzato da più parti per la cronica mancanza di personale è stato raccolto grazie anche all’azione sinergica della III^ Commissione con il parere positivo del dipartimento regionale Tutela della salute e del delegato alla sanità.
È un primo passo importante che va nella giusta direzione me che deve, ora, essere portato all’attenzione del nuovo ministro della Salute, Speranza, che dovrà valutare le opportune ed urgenti modifiche del cosiddetto “Decreto Calabria” che, come avevamo ampiamente preannunciato, invece di favorire un miglioramento di servizi ed assistenza è finito per ingessare ulteriormente la gestione delle singole aziende sanitarie con le gravi conseguenze pratiche che possiamo registrare anche nel campo occupazionale.
Il neoministro, di cui si apprezza la sensibilità verso temi delicati come la certezza del lavoro e la garanzia dei diritti alla salute dei cittadini, si dovrà fare carico di affrontare la situazione dei precari calabresi che, dopo anni di incertezza, hanno maturato il diritto ad una occupazione stabile tenendo conto di quanto prevedono le norme statali in materia e nel rispetto anche delle procedure concorsuali concluse.