Scalese (Cgil) solleva dubbi sull’efficienza della Legge Antimafia dopo lo scioglimento di Tropea
Il recente scioglimento del Consiglio comunale di Tropea per presunte infiltrazioni mafiose ha suscitato un’ondata di riflessioni sulla validità e l’efficacia della legislazione antimafia. Enzo Scalese, segretario generale della Cgil Area Vasta Catanzaro-Crotone-Vibo Valentia, ha sollevato interrogativi cruciali riguardo alle implicazioni di questa decisione e alla necessità di rivedere la normativa vigente.
La scelta del Consiglio dei ministri di sciogliere il Consiglio comunale di Tropea ha destato preoccupazione per le ricadute sul destino di questo prestigioso borgo, che nel corso degli anni aveva conquistato un ruolo di rilievo a livello culturale ed economico, estendendosi ben oltre i confini regionali. Scalese ha sottolineato come questa decisione possa influenzare negativamente l’immagine e l’economia del settore turistico dell’intera regione calabrese.
Inoltre, Scalese ha sollevato dubbi sulla validità della legge sulle Misure Urgenti per lo Scioglimento dei Consigli Comunali e Provinciali e degli Organi di Altri Enti Locali, risalente al lontano 1991. La normativa, secondo Scalese, si è dimostrata inadeguata nel tempo, poiché non garantisce un adeguato processo di bonifica dell’attività amministrativa nei comuni interessati, lasciando spazio a possibili ripetizioni degli stessi problemi.
Il segretario generale della Cgil ha enfatizzato la necessità di modificare questa legge obsoleta per assicurare un intervento efficace e tempestivo nei confronti dei comuni colpiti da infiltrazioni mafiose. Scalese ha evidenziato che, nonostante gli anni trascorsi dall’entrata in vigore della normativa, l’applicazione di questa legge non ha impedito che comuni precedentemente sciolti per legami con la criminalità organizzata subiscano nuovamente provvedimenti simili.
Infine, Scalese ha richiamato l’attenzione sul fatto che lo scioglimento del Consiglio comunale di Tropea è avvenuto proprio in prossimità delle elezioni amministrative, sollevando il timore che altri comuni sottoposti ad accesso antimafia possano subire la stessa sorte. Con le elezioni a Mileto e Nicotera in programma a giugno, Scalese ha evidenziato il rischio imminente che anche questi comuni possano essere soggetti a simili provvedimenti, mettendo in discussione la validità e l’efficacia della legislazione attuale in materia di contrasto alla criminalità organizzata.