Simona Loizzo e l’autonomia differenziata: un’esibizione controversa

Autonomia differenziata, la deputatata Simona Loizzo esulta sventolando la bandiera della Calabria
Autonomia differenziata, la deputatata Simona Loizzo esulta sventolando la bandiera della Calabria

La bandiera della Calabria sventolata da Simona Loizzo è un simbolo di mancanza di responsabilità

L’EDITORIALE – È davvero sconcertante vedere come alcuni dei nostri rappresentanti politici, anziché essere custodi dei reali interessi della Calabria, preferiscano agire in maniera spregiudicata. Il recente episodio della deputata calabrese Simona Loizzo, che ha festeggiato l’approvazione del ddl sull’autonomia differenziata sventolando la bandiera della nostra regione in Parlamento, è emblematico di quanto poco comprendano della realtà che li circonda.

L’autonomia differenziata, concetto tanto caro alla Lega, ha profonde radici nel secessionismo padano, una filosofia che, seppur attenuata, continua a lasciare un retrogusto di divisione all’interno del nostro Paese. Vedere una calabrese esultare per una legge che potrebbe ulteriormente esacerbare le disuguaglianze tra Nord e Sud è non solo sorprendente ma anche profondamente disdicevole. Soprattutto quando consideriamo che altri deputati calabresi, per una questione di coscienza e responsabilità verso la nostra terra, hanno scelto di non partecipare alla votazione.

Simona Loizzo, con il suo gesto, non ha solo dimostrato una mancanza di sensibilità verso le reali problematiche della Calabria, come la cronica carenza di risorse e la grave situazione della sanità, ma ha anche tradito i suoi elettori. Festeggiare l’autonomia differenziata equivale a un endorsement dell’ineguaglianza e della privatizzazione delle risorse, aspetti che potrebbero ulteriormente danneggiare la nostra regione già martoriata.

Come editore di una Calabria Magnifica che ha tanto da offrire ma è sistematicamente trascurata dai poteri centrali, mi sento in dovere di esprimere il mio sdegno. Simona Loizzo ha perso una preziosa opportunità di essere una voce critica all’interno del suo partito, una voce che mette al primo posto gli interessi dei calabresi anziché il proprio scranno a Roma e uno stipendio da nababbo.

In un momento storico in cui il Paese ha più che mai bisogno di coesione e solidarietà, i nostri rappresentanti dovrebbero essere uniti nel combattere le disuguaglianze, non nel perpetuarle. L’autonomia differenziata proposta da Calderoli non solo minaccia di ampliare il divario tra il Nord e il Sud, ma potrebbe anche compromettere i livelli essenziali di prestazione, mettendo a rischio diritti civili e sociali che dovrebbero essere garantiti uniformemente in tutto il territorio nazionale.

Simona Loizzo avrebbe fatto meglio a educarsi sui veri impatti di ciò che celebra così orgogliosamente. Il suo gesto non è solo un tradimento del suo popolo, ma una beffarda esibizione controversa. È tempo che i nostri rappresentanti smettano di giocare con il futuro della Calabria per i propri interessi di breve periodo. Dobbiamo pretendere di più dai nostri eletti, e per farlo, a volte, il silenzio sarebbe davvero stata la scelta più sagace.

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