È stato un fine settimana di preghiera e dedizione quello appena terminato, tutto in onore di Don Fortunato Morrone, divenuto ufficialmente Arcivescovo della diocesi di Reggio Calabria – Bova.
Il tutto è iniziato sabato mattina, con una cerimonia solenne nella chiesa Maria Madre di Crotone, nel quartiere di Fondo Farina dove è stata celebrata l’ordinazione episcopale alla presenza, tra gli altri, di Monsignor Tonino Staglianò e Monsignor Pino Caiazzo, gli altri due vescovi di Isola Capo Rizzuto. A causa delle restrizioni dovute al Covid – 19 tanti sono stati gli assenti, anche l’amministrazione è stata “costretta” a presenziare con la sola figura del Sindaco Maria Grazia Vittimberga, tutti gli altri, a malincuore, hanno dovuto rinunciare. Sono stati tutti presenti, invece, il giorno successivo, domenica 6 giugno, alla prima messa ufficiale di Monsignor Morrone. Per consentire l’accesso ad amici e parenti, Don Francesco Gentile, parroco di Isola, ha deciso di organizzare tutto all’aperto in Piazza Duomo.
Nel suo intervento, il Sindaco Maria Grazia Vittimberga, ha sottolineato, con orgoglio che “La storia della nostra terra è permeata da tanti momenti difficili, a volte drammatici, ma è anche stata una terra feconda dal punto di vista apostolico, che ha avuto la capacità di dare alla Chiesa tanti ministri il cui spessore umano e spirituale sono da tutti riconosciuti”.
Poi rivolgendosi ai tre Vescovi presenti ha detto loro: “Voi state portando in giro per l’Italia il volto più bello di questo paese, e siamo certi che in ogni omelia e in ogni pensiero religioso non c’è soltanto la fede, ma c’è anche la nostra storia, le nostre tradizioni, c’è il palpito dei nostri cuori gonfi di orgoglio come in questo momento. Perciò vi chiediamo di pregare per questa comunità, Isola ha bisogno del vostro sguardo amorevole per riscattarsi da tutte le umiliazioni e dal pregiudizio subito in questo anni”. “Caro Don Fortunato – ha continuato il Sindaco – noi siamo testimoni della tua fatica per realizzare questo, la dove hai operato sei riuscito a costruire il senso comunitario dell’appartenenza e siamo certi continuerai a farlo anche in futuro, ovunque il Signore ti manderà. Noi ti staremo accanto spiritualmente ed emotivamente”.