Mons. Vincenzo Bertolone: «Quaresima, conversione d’amore»
«Il tempo di Quaresima è fatto per sperare, per tornare a rivolgere lo sguardo alla pazienza di Dio, che continua a prendersi cura della sua creazione, mentre noi l’abbiamo spesso maltrattata».
Così Papa Francesco schiude la via al tempo speciale nel quale siamo proiettati, un tempo in cui il virus, che resta presenza fissa e ingombrante, rende evidenti quali siano i valori fondamentali, spazzando via il velo degli orpelli che impediscono al cuore di guardare alla realtà nella sua essenza.
Già lo scorso anno, con la pandemia giunta d’improvviso a segnare gran parte del cammino quaresimale, l’umanità impaurita aveva sperimentato il deserto, riscoprendo le ragioni concrete ed autentiche dell’esistenza. Per tutti v’era stato modo di mettere alla prova la tenuta delle relazioni con il prossimo, dando un significato nuovo alla solitudine ed alle distanze. Poi, l’illusione del ritorno alla normalità, con le folle al mare e nei luoghi del divertimento, aveva dato di quel periodo l’immagine di una parentesi, di un mero accidente, come se nulla fosse stato. Ma non era così, e ce lo ricorda il mostro non ancora sconfitto, che cambia per sopravvivere e – così facendo – continua a seminare morte ed a segnare l’economia, causando altra sofferenza.
Attraversiamo oggi una fase di grave difficoltà, per molti versi anche peggiore della prima. Intanto, il mondo resta quella grande bottega nella quale tutto è in vendita: di ogni cosa si può sapere il prezzo, pur ignorandone il valore e il significato. Aveva ragione il filosofo Erich Fromm, quando osservava che «la felicità dell’uomo moderno è guardare le vetrine e comprare tutto quello che può permettersi, in contanti o a rate». Eppure, anche in questo contesto, proprio il momento attuale di grande disagio, in cui molte persone vivono situazioni di dura prova, diventa ulteriore occasione per vivere più in profondità la Quaresima quale momento di conversione. In particolare, i cristiani sono tenuti ad assumere come in ogni crisi della storia, con i comportamenti e le parole, un ruolo profetico. E questo senza anelare ad un semplice ritorno al passato, ma con paziente, caparbio impegno a scomodare, inquietare, provocare, offrendo speranza e la prospettiva di una vita diversa, alternativa, improntata al Vangelo, nella ricerca di una definitiva riconciliazione tra Dio ed il mondo.
Insomma, la risposta alla pandemia non può essere un salto all’indietro, nella bolla di apparenze in cui si viveva prima del 2020: vivere non può essere (solo) apparire. E la Quaresima è l’occasione che indica la via: cambiare si può, e si può essere migliori di ciò che si è già vissuto. Ma può succedere solo se amore è sinonimo di dono, se l’altro non è un avversario da sconfiggere, ma un compagno di viaggio, lungo il pellegrinaggio della vita. Del resto, come scrive Paulo Coelho, «l’amore non sta nell’altro, ma dentro noi stessi. Siamo noi che lo risvegliamo. Ma, perché questo accada, abbiamo bisogno dell’altro. L’universo ha senso solo quando abbiamo qualcuno con cui condividere le nostre emozioni».