“La nomina di mons. Domenico Battaglia, per noi tutti “don Mimmo”, a nuovo arcivescovo di Napoli è una notizia che riempie di gioia e di orgoglio l’intera comunità catanzarese che per tanti anni si è riconosciuta nel suo straordinario lavoro di pastore e di educatore, sempre vicino ai più deboli. A ‘don Mimmo’ vanno i miei più sinceri auguri ma soprattutto la più sentita gratitudine per l’esempio di vita e di fede che continuerà a trasmetterci giorno dopo giorno”. Lo afferma il sindaco di Catanzaro Sergio Abramo – a cui si associa il vicesindaco Gabriella Celestino – anche a nome delle amministrazioni comunale e provinciale da lui guidate.
La chiesa di Mons. Battaglia in ascolto della società civile
“In questo momento così significativo – prosegue Abramo – non possono che tornare alla mente gli intensi momenti vissuti insieme – mondo delle istituzioni, chiesa e società civile – all’insegna della più profonda umanità e della capacità di ascolto che hanno caratterizzato l’operato di mons. Battaglia alla guida del Centro calabrese di solidarietà e delle comunità terapeutiche italiane. Un patrimonio di esperienze che il nostro vescovo ha ‘esportato’ anche durante gli ultimi anni alla guida della comunità beneventana e che, sono sicuro, replicherà e rafforzerà nella diocesi di Napoli. Un ‘prete di strada’ che ha fatto la storia: in primis perché l’ordinazione a vescovo per un catanzarese è arrivata a distanza di 60 anni dalla precedente e, oggi, perché erano oltre due secoli che un calabrese non assumeva la guida della diocesi napoletana”.
Mons. Battaglia e l’idea di una chiesa aperta ai bisogni sociali
“Il saper parlare al cuore della gente – continua il primo cittadino – credendo fortemente in una chiesa che sia realmente aperta alle istanze dei territori e ai bisogni in campo socio-assistenziale, è la dote che mons. Battaglia, formatosi nell’Arcidiocesi di Catanzaro, porterà con sé rappresentando, ai più alti livelli spirituali, anche le radici più autentiche dell’identità calabrese. Non è un caso che, tra le prime parole pronunciate nella sua nuova veste, abbia scelto ‘ospitalità’ e ‘accoglienza’ che ben descrivono la cifra caratteristica della sua terra d’origine, così vicina a quella partenopea. Così come la ‘capacità di resistere’, ovvero quella tenacia che solo chi vive in prima linea le difficoltà del più profondo Sud può comprendere e trasformare in uno strumento prezioso di speranza e di riscatto”.
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