Celebrazione di San Giuseppe: tra le radici antiche della tradizione pagana e il cuore della convivialità italiana, riflessi di spiritualità, generosità e identità culturale
In questo 19 marzo, l’Italia celebra non solo la festa di San Giuseppe, ma anche quella di tutti i papà, rendendo omaggio a una figura tanto venerata quanto quella del padre putativo di Gesù.
San Giuseppe, figura centrale nella tradizione cattolica, è stato un falegname di origini daviddiche, accettò con fede e amore il miracolo del concepimento divino di Gesù, diventando così un esempio di dedizione familiare e lavoro onesto.
Vissuto per lungo tempo tra Betlemme e Nazareth insieme a Maria e Gesù, San Giuseppe ha protetto la sua famiglia da ogni pericolo, persino portandola in Egitto per sfuggire alle persecuzioni di Erode. Nella tradizione cristiana, è considerato l’Uomo giusto, il protettore del redento, che si prende cura delle persone affidate a lui con amore e dedizione.
Nel corso dei secoli, San Giuseppe è diventato un simbolo universale di paternità e laboriosità. Il suo culto si diffuse in Italia e nei paesi cristiani fin dal Medioevo grazie all’opera di monaci benedettini, Servi di Maria e Francescani, diventando patrono di molte città e paesi.
Ancora oggi, in molte regioni del Sud Italia, il 19 marzo è un’occasione per celebrare con convivialità e generosità. Vengono organizzati pranzi comunitari nelle strade, chiamati “u cumbitu” o tavole di San Giuseppe, dove vengono serviti piatti tradizionali come la pasta e ceci. Anche se la celebrazione della Cicerata di Maida è stata spostata al 2 aprile, la tradizione continua a essere viva e amata dalla comunità.
Ma perché proprio il cibo e i legumi sono protagonisti in questa festa? La scelta del 19 marzo potrebbe essere legata ai riti pagani di primavera e purificazione agraria. Questo giorno segna la vigilia dell’equinozio di primavera, un tempo di riti propiziatori per la fertilità e la purificazione agraria, che si intrecciano con la celebrazione di San Giuseppe.
Le tracce di questa connessione tra tradizioni pagane e cristiane si ritrovano nei falò accesi in molte regioni italiane, simbolo di purificazione e rinascita, e nel consumo di legumi, rappresentanti di abbondanza e prosperità.
Questa celebrazione agraria si è poi unita alla venerazione cristiana di San Giuseppe, rendendolo anche il protettore degli artigiani e dei poveri. Il 19 marzo è diventato così non solo una giornata dedicata alla spiritualità, ma anche all’ospitalità e alla generosità verso i più bisognosi, una tradizione che continua a essere preziosa e viva nella cultura italiana.