Secondo un sondaggio, tra i testimoni di Geova italiani attualmente in vita oltre 14 mila hanno dovuto scontare una condanna per aver rifiutato di prestare servizio militare. Tra questi, centinaia di calabresi.
Un numero che “dà un’idea dell’enorme prezzo pagato specialmente negli anni ’60-’90 – spiega la confessione religiosa in una nota – da migliaia di Testimoni di Geova italiani, tra cui centinaia emiliano-romagnoli, per non aver voluto imbracciare le armi”.
Oggi, infatti, ricordano i Testimoni, la giurisprudenza internazionale riconosce l’obiezione di coscienza al servizio militare come uno dei diritti umani fondamentali, ma non è stato sempre così.
In molti paesi fra cui l’Italia il riconoscimento di tale diritto è stato una conquista di civiltà pagata a caro prezzo.
Per sapere qual è questo prezzo, l’ufficio centrale dell’ente confessionale ha deciso di condurre un sondaggio rivolgendosi ai Testimoni che sono ancora in vita.
“Il risultato fornisce una stima (sebbene per difetto) dell’enorme impatto che la posizione dei giovani testimoni di Geova obiettori ha avuto, specialmente nel secondo dopoguerra, sulla società italiana. È emerso che tra i testimoni di Geova italiani attualmente in vita, almeno 14.180 hanno dovuto scontare una condanna per aver rifiutato di prestare servizio militare”.
In totale, “i partecipanti al sondaggio hanno trascorso in carcere ben 9.732 anni”, prosegue la nota.