Contrariamente a quanto si possa pensare, i vocaboli italiani conosciuti nel mondo sono tanti. Magari la pronuncia è azzardata, qualche volta le parole si usano non correttamente, ma poiché siamo maestri in tante arti, alcuni nomi sono rimasti senza una traduzione in altre lingue. Senza parlare poi di neologismi famosi come “la dolce vita” o “paparazzi”.
Se però c’è un campo in cui l’Italia è riconosciuta universalmente è sicuramente quello gastronomico.
Qual è il dolce più conosciuto al mondo? La risposta non è difficile e il nome che viene in mente è: il “tiramisù”. Un neologismo tanto eloquente quanto invitante.
Credo sia impossibile trovare una persona che non lo abbia assaggiato almeno una volta nella vita; e potremmo dire senza dubbio che è quasi difficile trovare qualcuno a cui non piaccia. Questo dolce fatto con pochi esemplici ingredienti, e anche dalla facile realizzazione, è un successo assicurato per concludere una serata, per fare una merenda o anche per coccolarci con un pasto completo a base di tiramisù.
Una storia lunghissima e dibattuta
Purtroppo, sebbene il tiramisù richiami feste e allegria, dobbiamo dare la triste notizia che riguarda l’inventore di questo dolce. Infatti, Ado Campeol si è spento pochi giorni fa all’età di 93 anni, dopo avere deliziato migliaia di clienti presso il suo ristorante storico “Alle baccherie” di Treviso. In questo locale, sin dal 1972, il tiramisù è presente nel menu ed è ovviamente meta di tanti golosi e curiosi.
C’è da dire però che la paternità di questo dolce è ancora oggi oggetto di repliche e di attribuzioni. Sebbene il gastronomo Giuseppe Maffioli nel 1981 attribuì la nascita alle Beccherie, ancora oggi si dibatte l’origine e la paternità. Alcuni studiosi farebbero nascere una primordiale crema al mascarpone, secoli prima.
Ufficialmente, la ricetta del tiramisù è stata depositata dai Campeol il 15 ottobre 2010 presso L’Accademia Italiana della Cucina; ma altri ristoratori, soprattutto del Friuli Venezia Giulia con i quali c’è una vera e propria diatriba, non accettano questa “falsa” attribuzione, affermando che la paternità è di altre regioni.
Secondo un racconto che sembra una leggenda, questo dolce che è ormai un simbolo dell’Italia pare sia nato intorno agli anni sessanta per un errore. Si racconta che nel composto delle uova con lo zucchero finì per sbaglio del mascarpone. Invece di buttare il tutto, la famiglia Campeol, una volta assaggiata la crema, si rese conto che il gusto era straordinaro. La crema al mascarpone e quindi il dolce che conosciamo è una base di savoiardi imbevuti di caffè senza zucchero e spolverizzata con del cacao amaro.
Il gusto lo conosciamo bene tutti. Un dolce ipercalorico, ma ghiottissimo! E tante sono le variati apportate duranti questi anni.
Leggendo nel sito del ristorante, la storia pare sia un po’ diversa e non ci sia stato un errore.
La storia del tiramisù secondo il ristorante Le Beccherie
“La storia del Tiramisù è legata a doppio filo con quella de Le Beccherie, storico ristorante di Piazza Ancillotto, in centro a Treviso. Fu lì che il dessert venne codificato per la prima volta, nel 1972, quando la voce Tiramesù comparve nella carta dei dolci del ristorante.
La sua genesi però risale a qualche anno prima, quando l’allora proprietaria del locale, Alba Campeol, era in attesa del figlio Carlo. Era il 1955.
Per aiutare la giovane nuora e recuperare le forze, la suocera di Alba era solita prepararle una sostanziosa colazione a base di zabaione e caffè, un pieno di energie per affrontare i tanti impegni della giornata. Terminato lo svezzamento e tornata nelle cucine del ristorante, Alba pensò di proporre un nuovo dolce ispirato a quella golosa colazione e, insieme al pasticcere del locale Roberto Lolì Linguanotto, cominciò un lungo periodo di sperimentazione, conclusosi appunto tra il 1971 e il 1972. La chiave di volta fu quando, per la realizzazione della crema, dopo innumerevoli tentativi con panna, ricotta ed altri materiali Alba e Linguanotto decisero di utilizzare il mascarpone fresco. In quello stesso anno, Le Beccherie parteciparono alla Fiera Campionaria di Milano (oggi Expo), presentando un menù che si concludeva proprio con il Tiramesù.
– Una diffusione mondiale
Il 15 ottobre 2010 la ricetta del Tiramesù de Le Beccherie è stata depositata con atto notarile presso l’Accademia Italiana della Cucina. Dal 1955 ad oggi, la fama del Teramisù ha valicato i confini nazionali, diventando un simbolo dell’Italia e del Veneto nel mondo. Un ruolo importante nella diffusione di questo dolce è stato indubbiamente giocato dai trevigiani che nel Secondo Dopoguerra emigrarono in tutto mondo, portando con sé questo dolce apprezzatissimo da grandi e piccini.
Ancora oggi Le Beccherie custodisce questa golosa tradizione: il Tiramesù viene preparato secondo la ricetta originale, nella versione classica e, per i clienti più estrosi, in quella destrutturata.
In ogni caso, a noi avventori importa poco chi lo abbia inventato. La certezza è quella di trovarlo a tavolo in tutte le sue sfumature dolcissime.
Dello stesso autore: Il Tartufo di Pizzo I.G.P. outsider della gastronomia calabrese