La liquirizia Amarelli: un simbolo di successo e identità calabrese
L’eccellenza ha una storia da raccontare, una storia che incanta con le sue radici e le storie di coloro che hanno saputo definire l’identità distintiva della Calabria. Questa storia è stata condivisa in diretta nazionale durante un’intervista a Unomattina, dove Pina Amarelli ha dialogato con Daniela Ferolla, delineando il profilo e il percorso di una Calabria che celebra il suo patrimonio e il suo territorio. Questo momento va oltre il presente, inserendosi nella narrazione storica della regione, perché la storia di Amarelli e della sua Liquirizia d’eccellenza ha origini nell’angolo più remoto della Calabria, Corigliano-Rossano, e ha raggiunto il Museo di Arte Moderna di New York. È una storia che ha conquistato il palato di artisti come Lucio Dalla e l’ammirazione di personaggi come Isabella Rossellini. Tutto ciò è stato possibile grazie alla preziosa intuizione di un packaging aziendale che ha reso questa storia immortale, diventando un’icona del valore culturale, identitario e distintivo del marketing territoriale. Questo packaging rappresenta oggi un modello replicabile di successo, realizzato attraverso una straordinaria esperienza familiare ed imprenditoriale.
Pina Amarelli ha dialogato con sicurezza e ha definito una rilettura manageriale della propria identità, concentrandosi su due dei Marchi Identitari Distintivi della straordinaria Calabria: la Liquirizia e l’invenzione calabrese dei “conci” per estrarla. Il racconto di Pina Amarelli ci porta indietro agli anni Settanta, quando, giovane donna imprenditrice proveniente da Napoli, si trasferisce a Rossano dopo aver sposato Francesco Amarelli. Qui, suo suocero la mette a capo dell’azienda di famiglia, incaricandola della comunicazione. Quelli che all’epoca sembravano ostacoli insormontabili, essere una donna e gestire un’azienda in Calabria, si sono rivelati invece due elementi chiave per il successo. Essere al comando di un’impresa in questa terra era una sfida rivoluzionaria, e da questa esperienza, Pina Amarelli lancia un appello a tutte le donne: “estote parati” (siate preparate), invitandole ad essere sempre pronte e competenti.
Durante la diretta, oltre al racconto, è stato dedicato uno spazio speciale alla dimostrazione pratica. Un breve viaggio attraverso la vasta gamma di prodotti Amarelli, culminato con un momento significativo: uno sguardo all’oggetto di famiglia che oggi è esposto al MoMA di New York. Si tratta di una scatoletta di liquirizia del 1919, lo stesso packaging presentato quell’anno da un’altra figura femminile di famiglia, Giuseppina Amarelli. Questa scatoletta è diventata l’emblema distintivo dell’azienda e un’icona del Made in Italy. Negli anni Settanta è stata riproposta in una versione più moderna ed ecologica, realizzata in alluminio riciclabile, diventando un oggetto piacevole da portare sempre con sé. Persino Lucio Dalla ne aveva sempre una in tasca.
La storia continua con una connessione diretta alla plurisecolare tradizione del “Concio” di Corigliano-Rossano. Qui, Fortunato Amarelli, amministratore delegato della storica fabbrica, ha spiegato e mostrato il processo emozionante di estrazione e produzione della liquirizia, un’innovazione calabrese che rappresenta uno dei segni distintivi della Calabria Straordinaria. Da lunghe radici che si estendono fino a cinque metri sotto terra si estrae il succo che, una volta essiccato, diventa la base per la creazione dei prodotti finiti. È un’esemplare eccellenza made in Calabria che continua a conquistare il mondo.
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