Tra le antiche tradizioni culinarie della Calabria emerge il ‘sanguinaccio’: una dolce esperienza che abbraccia la stagione della macellazione dei maiali
Il Sanguinaccio, prelibatezza tipica della tradizione calabrese, si rivela come un dolce dal carattere unico, preparato durante la stagione della macellazione dei maiali, solitamente da dicembre a febbraio, sfruttando le temperature miti di questa fase dell’anno.
La connessione tra il Sanguinaccio e la macellazione degli animali deriva dall’ingrediente principale di questo dolce calabrese, che, come suggerisce il nome, è il sangue del maiale. La preparazione e il servizio di questo dolce variano notevolmente da famiglia a famiglia, ma ciò che prevale è la fedeltà alla tradizione.
Gli ingredienti:
- 2 litri di sangue di maiale
- 1 litro di vinocotto
- 1 litro di latte
- Cioccolato q.b.
- 1 tazza di noci sgusciate
- 2 cucchiaini di cannella in polvere
- 2 cucchiai di chiodi di garofano pestati
Il Sanguinaccio viene creato, come accennato in precedenza, utilizzando il sangue del maiale raccolto durante la macellazione. Il sangue viene delicatamente versato in un recipiente e mescolato con cura per evitare la coagulazione. Successivamente, il composto viene conservato in un luogo fresco e asciutto. Dopo alcuni giorni, il sangue viene colato e filtrato per eliminare eventuali coaguli formati.
In seguito, il sangue viene cotto a fuoco lento, prestare attenzione a mescolare lentamente. A questo punto, si aggiunge il vinocotto e, continuando a mescolare, si incorporano lo zucchero, il cioccolato fuso, il latte, la cannella e i chiodi di garofano.
La miscela viene mescolata diligentemente fino a quando il Sanguinaccio inizia ad addensarsi, assumendo una consistenza simile a una crema tradizionale. A questo punto, il dolce viene rimosso dal fuoco, versato negli stampini e decorato con noci sbriciolate per una finitura irresistibile.
Il Sanguinaccio calabrese, con la sua storia avvolta nella tradizione e il suo sapore unico, si presenta come un’esperienza culinaria da assaporare durante le festività e oltre, testimoniando l’arte e la passione che si celano dietro le ricette tramandate di generazione in generazione.