Sorbe ‘I SURVA’: un viaggio nella storia delle masserie, dalla raccolta tradizionale all’erboristeria moderna, un appello all’azione per preservare questo frutto eterno
Le sorbe, conosciute anche come “I SURVA”, sono un frutto dimenticato che merita di essere riportato alla ribalta. Questa pianta, caratterizzata dalla sua resistenza e longevità, un tempo dominava come coltura principale nelle masserie tra l’800 e il 900. Durante quel periodo, quando le masserie rappresentavano il cuore pulsante della vita quotidiana, le sorbe insieme ad altri frutti svolgevano un ruolo cruciale come fonte di sostentamento per numerose famiglie.
La raccolta delle sorbe avveniva solitamente nel mese di ottobre, quando i frutti cominciavano a cadere al suolo. Questo delicato processo veniva eseguito a mano con particolare attenzione. Dopo la raccolta, i frutti maturavano in circa 15-20 giorni, riposando sui tradizionali “cannizzi”. Per accelerare il processo di maturazione, i contadini posizionavano uno strato di paglia di circa 5 cm nel fondo delle “ferrazze”. Una volta mature, le sorbe assumevano un caratteristico colore marrone bruno, e la polpa diventava morbida e dolce. Potevano essere consumate fresche, trasformate in marmellata o essiccate, garantendo così un nutrimento prezioso per tutto l’inverno.
La saggezza contadina del passato si manifestava anche nella conservazione dei grappoli di sorbe. Molti contadini appendevano a soffitto o in luoghi riparati da sole e pioggia i mazzetti di sorbe, prolungando così la disponibilità di questi frutti quasi freschi.
Oggi, il sorbo è stato rivalutato anche in erboristeria, dove viene utilizzato per preparare decotti antinfiammatori. Gli antichi Romani apprezzavano i benefici di questo frutto, preparando decotti che ne sottolineavano le proprietà curative. Inoltre, l’albero di sorbo offre un legno pregiato, spesso impiegato in lavori di tornitura, come ad esempio nella costruzione di strumenti musicali come le zampogne.
Nelle ultime decadi, il numero di piante di sorbo ha subito una drastica diminuzione a causa degli incendi che hanno colpito le nostre terre. È imperativo agire ora per preservare queste antiche colture che hanno plasmato la nostra storia e cultura. Salvare il sorbo significa preservare non solo un frutto, ma un patrimonio radicato nel passato delle masserie e nella saggezza dei nostri contadini.