U ‘mmitu ‘e San Giuseppe, il gusto della tradizione calabrese

U 'mmitu
U 'mmitu

L’antica tradizione di U ‘mmitu ‘e San Giuseppe nella Calabria longobucchese, un invito centenario che trasporta nel tempo sapori autentici e storie di cuori generosi

Nelle pittoresche terre longobucchesi, una tradizione culinaria antica continua a scaldare i cuori e i palati: “U ‘mmitu ‘e San Giuseppe,” ovvero l’invito di San Giuseppe. L’origine di questa pratica risale ai tempi medievali, quando i Signori generosamente offrivano ai loro sudditi, durante la Festa di San Giuseppe, un pasto che, seppur modesto, era nutriente e delizioso: pasta e ceci.

Questa consuetudine si è tramandata nel corso dei secoli, divenendo un rituale che ancora oggi riunisce le generazioni. Alla vigilia della festa di San Giuseppe, le famiglie preparano con devozione “U ‘mmitu,” distribuendo i piatti tipici della festività ai vicini di casa. Il sapore, ricco di nostalgia e genuinità, parla di tradizione e di un legame indissolubile con il passato.

Il termine “U ‘mmitu,” in dialetto longobucchese, si traduce come “L’invito,” riflettendo la pratica di preparare la pietanza in ampi “cuarare,” antichi pentoloni, disposti nei vari “rughe” (rioni) del borgo e nelle campagne. Chiunque desiderasse assaporare questo piatto delizioso poteva portare il proprio pentolino da casa e riceverne una porzione.

Sebbene le “cuarare” siano diventate più piccole nel corso del tempo, la tradizione ha resistito, indipendentemente dalla condizione sociale. Oggi, alcuni lo preparano per i “rugari,” i vicini di casa, mentre altri lo condividono con i membri della propria famiglia. La preparazione, intrisa di passione e semplicità, inizia con la stesura di una sfoglia sottile con il matterello. Dopo un breve periodo di asciugatura, la sfoglia viene arrotolata su se stessa e tagliata a fettine.

Il cuore di “U ‘mmitu” è il sugo, preparato con fagioli, ceci e una combinazione di aromi, incluso il baccalà, per conferire al piatto un sapore prelibato. La ricetta, tramandata di madre in figlia, è un rituale culinario che celebra la devozione a San Giuseppe e la condivisione tra vicini e familiari.

Nonostante le trasformazioni del tempo e delle “cuarare,” “U ‘mmitu ‘e San Giuseppe” persiste come un legame tangibile con la storia e una testimonianza del potere unificante della tradizione culinaria longobucchese. Questa festa annuale continua a essere un invito aperto a gustare e condividere un pezzo di passato, unendo le persone attraverso la cucina e la generosità di cuore.