Calabria e Coronavirus: e se avessero soppresso le guardie mediche?

medico, ospedale, sanità
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È semplice commentare l’accaduto specialmente quando le cose vanno bene, ma la Calabria pensandoci bene ha rischiato davvero grosso. Poco prima dell’avvento del Covid-19, i commissari prefettizi volevano sopprimere diverse postazioni di guardia medica, accorpandole tra loro.

Pensandoci con attenzione nella sola provincia di Catanzaro il taglio doveva essere di 34 postazioni. Attualmente, ricordiamo che le guardie mediche vengono definite come: Servizio di continuità assistenziale, e i suoi medici lavorano con impegno e dedizione da anni.

Il presidio funziona tutte le notti, prefestivi e festivi anche di giorno, ambulatori accessibili da tutti i cittadini gratuitamente.

Il virus ha insegnato che nella sanità non si può tagliare, anzi bisogna investire in maniera puntuale e programmatica, per tutelare i cittadini che si ritrovano a vivere in questo territorio così bello, ma così maltrattato.

I medici calabresi devono lavorare e i cittadini hanno diritto di essere curati nel modo migliore possibile. Necessario risulta un intervento strutturale per ridisegnare il futuro Italiano e Calabrese, per ammodernare le strutture ospedaliere esistenti e tutto il Sistema sanitario nel suo complesso.

Infatti l’Italia ha sofferto, specialmente nelle regioni del nord, l’epidemia, e ci chiediamo se tutto questo fosse accaduto al sud: cosa sarebbe davvero successo? I morti nel nord Italia a causa del Covid-19 sono stati moltissimi, qui in Calabria il numero avrebbe sicuramente fatto rabbrividire.

Importante è comunque segnalare che la maggior parte delle persone che a causa del virus non ce l’ha fatta aveva malattie pregresse. Ma essere “malati” è una giustificazione per morire prima del tempo?

Dobbiamo interrogarci affondo sull’argomento e vivere con responsabilità e rispetto per sè stessi e gli altri il nostro tempo. Necessario risulta tagliare invece, le liste d’attesa, congestionate da troppi anni in tutta la Regione. Non si può aspettare mesi ad esempio per una mammografia.

Il ricorso ai fondi europei può essere una strada importante da percorrere per crescere insieme e cambiare il volto della nostra terra.

La Calabria ha bisogno di strutture e macchinari di ultima generazione per evitare spostamenti in altre Regioni per curare i “suoi” malati, con rispetto e dignità.