«Sulla base di quali elementi per la Calabria il ministro della Salute ha ordinato il passaggio in Zona arancione dallo scorso lunedì 12 aprile, alquanto smentito dal ritorno in Zona rossa di alcuni Comuni della regione con provvedimento del presidente facente funzioni, Nino Spirlì, proprio dello stesso lunedì». Con un’interrogazione parlamentare l’ha chiesto al ministro della Salute il deputato di Alternativa c’è Francesco Sapia, che alla Camera siede in commissione Sanità.
«Nei giorni passati – osserva il deputato – la testata on line Il Fatto di Calabria aveva raccontato l’andamento dell’epidemia sulla base dei dati ufficiali e degli studi della Fondazione Gimbe, in particolare nella provincia di Cosenza, insieme alle condizioni di forte stress degli ospedali del territorio».
«Il consigliere regionale Carlo Guccione – rimarca il parlamentare di Alternativa c’è – aveva contestato il passaggio della Calabria in Zona rossa, sulla scorta della continua occupazione dei posti letto e del costante accesso in Pronto soccorso di pazienti con sintomi da Covid. Mi pare che il nuovo governo e il solito ministro della Salute non siano troppo attenti alla situazione della Calabria, che pure conoscono a fondo, al netto delle versioni della Cittadella».
«Ora si tratta di capire se per l’esecutivo guidato da Draghi la Calabria sia a rischio, come noi crediamo, oppure no. Il governo chiarisca – conclude Sapia – come intenda intervenire per tutelare la salute dei calabresi, posto che le vaccinazioni procedono ancora molto a rilento, che per tanti malati ordinari non sono garantite le prestazioni sanitarie cui hanno diritto e che la crisi economica e le aperture e chiusure senza criterio hanno messo in ginocchio tante attività produttive, molte delle quali attendono ristori e sostegni, che vanno erogati subito».
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