Caso Brisinda: Sapia (M5S) contro la sanzione disciplinare, “Brisindexit dell’Asp di Crotone per salvare la faccia, consiglio al primario di tornare al Gemell

Ospedale Crotone
Ospedale Crotone

«Alla fine la montagna ha partorito il topolino». Lo afferma, in una nota, il deputato M5s Francesco Sapia, della commissione Sanità, con riferimento alla sanzione della censura scritta applicata dall’Asp di Crotone nei confronti del primario della propria Chirurgia ospedaliera, Giuseppe Brisinda, al termine dell’ennesimo procedimento disciplinare nei confronti del professionista. «A Brisinda, abilitato come professore ordinario di Chirurgia generale, proveniente dal policlinico Gemelli e autore di centinaia di pubblicazioni scientifiche, l’Asp di Crotone aveva attribuito – tuona il parlamentare 5stelle – una mortalità del 24%, come uno che entra in sala operatoria con il kalashnikov. Ciò malgrado la stessa Asp avesse gioito, dati alla mano, per gli ottimi risultati del primario e riportato un indice di letalità del reparto dell’1,57%, in merito al 2017». «Numeri a parteo a piacere – continua il deputato –, la relazione conclusiva dell’ispezione ministeriale della scorsa estate, richiesta insieme alla collega Dalila Nesci, aveva certificato errori metodologici del responsabile del rischio clinico dell’Asp di Crotone, che, non contenta, per Brisinda aveva avviato un nuovo procedimento disciplinare, malgrado il giudice gli avesse dato ragione in due occasioni».«Brisinda – prosegue il parlamentare 5stelle – era dunque finito ancora sotto procedimento disciplinare, sulla scorta delle conclusioni di una commissione di esperti, chiamata a valutare 20 casi clinici ma fermatasi a 10 e con un componente astenuto per addotti impegni di lavoro. La relazione degli esperti parlava di incongrua asportazione di organi e di altri gravi comportamenti, puntualmente smontati dal chirurgo, su base documentale. Perciò – commenta l’esponente M5s – bisognava trovare una “Brisindexit” e salvare la faccia, il che è avvenuto con la censura scritta, che probabilmente soddisfa, magari solo in parte, chi ha spinto per il nuovo procedimento a carico del professionista, punito con la motivazione di omessa vigilanza circa la compilazione di cartelle cliniche, senza che siano stati individuati e sanzionati gli autori di eventuali omissioni a riguardo». «L’intera vicenda – conclude Sapia – conferma che in Calabria la sanità è gestita secondo logiche di potere, che non c’entrano affatto con la tutela della salute e con la crescita delle strutture pubbliche della regione. Consiglio al professor Brisinda di ritornare al Gemelli, per evitare ulteriori ingiuste sofferenze e perché in Calabria, in cui il palazzo vuole spesso premiare soggetti mediocri e incompetenti, evidentemente egli non è gradito».