Caso sospetto di virus del Congo in Calabria: donna rientrata da Kinshasa ricoverata a Cosenza, dimessa in buone condizioni dopo accertamenti e monitoraggi in corso
La Calabria è stata al centro dell’attenzione medica internazionale nelle ultime settimane a causa di un caso sospetto di infezione riconducibile a un virus proveniente dalla Repubblica Democratica del Congo. Una donna, appena rientrata da Kinshasa, è stata ricoverata presso l’ospedale Annunziata di Cosenza con sintomi compatibili con una malattia che ha destato allarme tra gli esperti di sanità pubblica.
La paziente, giunta il 27 novembre 2024 al pronto soccorso, lamentava febbre da diversi giorni, manifestatasi poco prima del suo rientro in Italia. Dopo una serie di esami clinici approfonditi, compresi test emato-biochimici e microbiologici, i medici non hanno riscontrato anomalie significative. Tuttavia, campioni biologici sono stati inviati all’Istituto Spallanzani di Roma per ulteriori accertamenti, al fine di escludere ogni possibilità di contagio legata a una patologia di origine virale.
Nelle ultime ore, la donna è stata dimessa in buone condizioni e sottoposta a un protocollo di monitoraggio precauzionale. Non si segnalano sintomi sospetti tra i suoi contatti stretti, una notizia rassicurante per la comunità locale.
L’Istituto Superiore di Sanità e il Ministero della Salute stanno ora analizzando i campioni per chiarire l’origine dei sintomi riportati dalla paziente. I risultati dei test, attesi nei prossimi giorni, saranno fondamentali per determinare se si tratti effettivamente di un’infezione rara, come una febbre emorragica simile all’Ebola, ipotesi avanzata dall’infettivologo Matteo Bassetti, direttore della Clinica Malattie Infettive del Policlinico San Martino di Genova.
Intanto, l’Azienda Ospedaliera di Cosenza ha rilasciato un comunicato per rassicurare la popolazione, sottolineando che durante la degenza della paziente non sono emersi elementi patologici preoccupanti e che il suo ricovero si è svolto in condizioni di piena sicurezza.
La comunità scientifica e le istituzioni sanitarie italiane stanno seguendo con attenzione lo sviluppo del caso. Sebbene l’allarme sia per ora rientrato, l’episodio evidenzia la necessità di mantenere alta la vigilanza su possibili malattie emergenti, specialmente in un mondo sempre più connesso, dove la mobilità internazionale aumenta il rischio di diffusione di virus pericolosi.
Gli esperti ribadiscono l’importanza di sistemi di sorveglianza sanitaria efficienti per identificare rapidamente eventuali minacce e contenerle sul nascere. La Calabria, con l’impegno dimostrato dal personale sanitario dell’ospedale Annunziata, ha dimostrato di essere pronta a gestire situazioni complesse, anche di potenziale rilevanza internazionale.