Le associazioni si incontrano al CSV
Riceviamo e pubblichiamo nota da Ufficio stampa CSV.
“L’agenda è chiusa”. Sembra una voce registrata, eppure così rispondono al Cup (centro unico prenotazioni) a chiunque componga il numero per richiedere una visita di controllo.
A meno che non si tratti di una visita “intramoenia”, cioè a pagamento. In quel caso una data per la visita si ricava sempre. E non è perché ci si trovi in tempo di Covid: anche prima, al sopraggiungere di luglio, si veniva puntualmente “rimandati” a settembre. E, a quanto pare, l’estate 2020, già di per sé anomala, non farà eccezioni. La ragione è sempre quella, manca il personale medico e infermieristico, e quello che c’è ha urgenza di andare
in ferie.
È una direttiva della direzione dell’Asp e dell’Azienda Ospedaliera “Pugliese-Ciaccio” di Catanzaro a stabilirlo.
Ma come si fa a dire ad un ammalato oncologico o cronico, che aveva prenotato la visita per fine luglio o ad agosto, “ci vediamo a settembre”? Dov’è il rispetto del diritto alla salute costituzionalmente garantito? E come si può pensare che, poiché è da anni che va così, è giusto accettare che si continui a procedere in questo modo?
Eppure, nonostante l’aumento per forza di cose delle visite “intramoenia”, la sanità calabrese è ancora in dissesto economico e subisce da anni il commissariamento.
Da queste premesse muove l’incontro che la Favo (Federazione italiana delle Associazioni di Volontariato in Oncologia, l’Acmo (Associazione Calabresi Malati Oncologici), e l’associazione “Cal.m.a” (Calabria Malati Autoimmuni), rispettivamente rappresentate da Enzo Nania, Aldo Riccelli e Luana Maurotti, hanno tenuto al Centro Servizi al Volontariato della provincia di Catanzaro martedì mattina.
Il sostegno che il CSV di Catanzaro, nelle persone del direttore Stefano Morena e del vicepresidente Guglielmo Merazzi, ha assicurato alle associazioni, va nella direzione di perseguire l’interesse degli
ammalati. I quali spesso non hanno altro modo se non quello di rivolgersi ai volontari per far ascoltare le proprie legittime istanze.
E pur nella consapevolezza di avere a che fare con un sistema sanitario ancora più rallentato a causa del Covid 19, si è allo stesso tempo più motivati che mai ad andare avanti. E a trovare una soluzione con la richiesta di confrontarsi con i massimi livelli dell’Asp e dell’Azienda Ospedaliera.
Si tratta di un incontro non più procrastinabile, perché tiene conto dei ritardi nelle visite che gli ammalati oncologici e cronici hanno dovuto subire a causa dell’emergenza sanitaria, e che dovrebbero sommarsi ai mesi estivi in cui i reparti chiudono per ferie.
Aspettare sei, sette mesi per una visita di controllo è davvero troppo. Specie in riferimento alla gravità delle patologie di cui sono affetti gli ammalati che si sono sentiti rispondere “l’agenda è chiusa”.