Decreto Bollette, Nursing Up: “Abolizione vincolo esclusività”

Sanità, infermiere
Sanità, infermiere

Sanità, Nursing Up De Palma: «Decreto Bollette, l’abolizione del vincolo di esclusività potrebbe diventare realtà. Si apre la strada verso la libera professione degli infermieri»

ROMA 29 MAR 2023 – «Si viaggia spediti verso l’abolizione in toto del vincolo di esclusività degli infermieri. Arrivano le risposte concrete alle nostre richieste: si potrebbe tradurre in realtà tutto l’impegno profuso dal nostro sindacato nelle battaglie degli ultimi anni.

Nel recentissimo Decreto Bollette, dalla bozza che abbiamo nelle mani, siamo infatti di fronte alla possibilità di una svolta epocale per la sanità italiana, ma soprattutto i contenuti oggi disponibili rispecchiano chiaramente il percorso che il nostro sindacato ha intrapreso nel fattivo dialogo con il Ministero della Salute . 

Apprendiamo con soddisfazione , nelle ultime ore, del testo in circolazione del documento in questione, presentato ieri CDM, con una libera professione, per gli infermieri e gli altri professionisti della sanità. che non appare più come una meta irraggiungibile, nella piena comprensione, da parte del Governo, che questa rappresenta l’unica soluzione, alla luce della carenza di personale, per ricostruire e sviluppare ex novo l’assistenza territoriali e dare una fondamentale boccata di ossigeno alla sanità privata.

Un primo passo, oltre tutto fondamentale, per aumentare le ore di assistenza sul territorio, anche in considerazione dell’attuazione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, che rappresenta una occasione di risorse, lo sappiamo bene, da non depauperare». Così Antonio De Palma, Presidente Nazionale del Nursing Up. «Ai media e alle collettività vogliamo riportare testualmente parte del testo della nostra proposta presentata allo staff del Ministro Schillaci in occasione della riunione tenutasi a Lungotevere Ripa il 29 dicembre scorso. 

1. Agli operatori delle professioni sanitarie di cui all’articolo 1 della legge I febbraio 2006, n. 43 con rapporto di lavoro dipendente presso le aziende sanitarie locali ed ospedaliere, gli IRCCS pubblici nonché gli altri enti e strutture del SSN, al di fuori dell’orario di servizio, non si applicano le incompatibilità di cui all’articolo 4, comma 7 della legge 30 dicembre 1991, n. 412, e di cui all’articolo 53 del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, fatto salvo quanto stabilito al comma 2.

2.Ai fini di un’efficace organizzazione dei servizi sanitari e sociosanitari, per assicurare il recupero dei ritardi nelle cure delle patologie non covid e il rafforzamento delle attività di prevenzione e diagnosi precoce in linea con gli obiettivi e progetti a Missione 6 di PNRR, le aziende, gli istituti, gli enti e strutture di cui al comma 1 autorizzano i dipendenti esercenti le professioni sanitarie, che ne facciano richiesta, a svolgere attività libero professionale al di fuori dell’orario di servizio e in condizioni di assenza di conflitto di interessi con le attività istituzionali.

Questo è invece il contenuto della proposta inerente lo sblocco del vincolo di esclusività ,che secondo quanto riportato da autorevoli media, dovrebbe essere contenuto nella bozza del Decreto Bollette. 

“All’articolo 3-quater del decreto-legge 21 settembre 2021, n. 127, convertito, con modificazioni, dalla legge 19 novembre 2021, n. 165, il comma 1 è sostituito dal seguente: 

«1. Agli operatori delle professioni sanitarie di cui all’articolo 1 della legge 1° febbraio 2006, n. 43, appartenenti al personale del comparto sanità, al di fuori dell’orario di servizio non si applicano le incompatibilità di cui all’ articolo 4, comma 7, della legge 30 dicembre 1991, n. 412, e all’articolo 53 del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165”.

«Come si vede chiaramente, se confermata, ed il condizionale è d’obbligo trattandosi di documenti che circolano in via ufficiosa, con la bozza del Decreto Bollette sopra riportata, presentato nel corso dell’ultimo Consiglio dei Ministri, dovremmo trovarci, in pratica, di fronte all’accoglimento fattuale della nostra proposta sulla libera professione.

Non è finita qui. Per quanto riguarda le violenze ai danni degli operatori sanitari oggetto delle nostre denunce quotidiane, viene introdotta un’aggravante specifica nel codice penale, a carico di chi commette violenze o minacce ai danni del personale sanitario. Saranno anche creati nuovi presidi di polizia ,come Nursing Up chiede ormai da 3 anni , e secondo quanto ha annunciato il ministro dell’Interno Piantedosi, i nuovi agenti arriveranno in quasi 200 ospedali italiani.

Dal punto di vista finanziario, viene previsto un aumento dell’indennità specifica per gli infermieri attivi nei reparti di emergenza (oltre che per i Pronto soccorso, il decreto dovrebbe introdurre incentivi anche per chi opera in altri servizi considerati disagiati e usuranti), che sarà anticipato già dal prossimo giugno, doveva scattare dal 2024.

Non abbiamo contezza di quali risposte il Ministro vorrà dare alle altre richieste del Nursing Up, tra le quali quella relativa allo stanziamento di risorse economiche sufficienti ad aumentare l’indennità di specificità infermieristica “per tutti i professionisti che ne sono destinatari” e “la sua estensione alle ostetriche”, così come quella relative alla nostra richiesta affinché il Ministero della Salute promuova un ottimale utilizzo del personale delle professioni sanitarie ex legge n. 42/2006 , favorendo un’organizzazione degli enti sanitari che ne promuova l’autonomia, la valorizzazione professionale , e l’esercizio di funzioni in linea con il loro elevato livello di conoscenze e competenze. 

Abbiamo quindi chiesto al dicastero di adottare gli atti di propria competenza , esplicitamente previsti dall’articolo 1), punto 3), della legge 251/2000, nello specifico l’adozione di linee guida finalizzate :

a) all’attribuzione in tutte le aziende sanitarie della diretta responsabilità e gestione delle attività di assistenza infermieristica e delle connesse funzioni;

b) alla revisione dell’organizzazione del lavoro, incentivando modelli di assistenza personalizzata.

E’ tempo , da ultimo ma non per importanza, di interventi di impulso e sensibilizzazione sulle regioni da parte del Ministero della Salute, e lo abbiamo ribadito nel nostro documento consegnato al dicastero, al fine di evitare le gravi sperequazioni in corso tra personale sanitario del comparto e quello della dirigenza medica, laddove solo in favore di questi ultimi vengono messe a disposizione, quotidianamente, consistenti risorse economiche. 

Non ci resta che attendere che i provvedimenti sopra anticipati, tra gli altri da noi richiesti e sopra elencati, si traducano in realtà», conclude De Palma.

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