Devianza giovanile: la parola allo psicoterapeuta, dott. Antonio La Moglie

L'esperto risponde: la parola al Dott. Antonio La Moglie
L'esperto risponde: la parola al Dott. Antonio La Moglie

Dall’egemonia paterna al dominio materno: come cambia la crescita dei giovani

L’ESPERTO RISPONDE – La devianza giovanile rappresenta oggi uno dei fenomeni più complessi e preoccupanti della nostra società. Le cause? Tante, intrecciate, spesso difficili da individuare. Ma il dott. Antonio La Moglie, psicologo e psicoterapeuta operante a Corigliano, prova a fare chiarezza partendo da un’analisi che tocca le radici profonde dei cambiamenti familiari e sociali.

Il declino della figura paterna “Alla base di tanta fragilità nei giovani di oggi c’è la scomparsa della figura paterna come autorità riconosciuta”, spiega il dottor La Moglie. “Non parliamo del padre padrone armato di cinghia, ma di un punto di riferimento capace di dare regole e, soprattutto, limiti. Oggi, invece, il padre sembra smarrito. Spesso si ritrova a inseguire un modello materno, fatto di accudimento e appagamento dei bisogni. Cambia pannolini, accompagna i figli al parco, ma non riesce a dire di no. E questo ha conseguenze pesanti sulla crescita emotiva dei ragazzi”.

La scuola e la sfida della crescita: con l’adolescenza, il cambiamento biologico e psicologico dei ragazzi richiede nuove responsabilità e competenze. La scuola, in teoria, dovrebbe essere il luogo dove affrontare questa transizione. “Ma oggi la scuola appare più attenta ai bisogni emotivi che non alla formazione di capacità e conoscenze”, sottolinea La Moglie. “Non si imparano più poesie a memoria, non si suda più sui testi letterari. E così, spesso, i ragazzi escono dal percorso scolastico con una preparazione carente e senza gli strumenti per affrontare il futuro”.

Il cellulare: la droga digitale Altro nodo fondamentale è il rapporto con la tecnologia. “Il cellulare ha preso il posto dell’eroina di una volta. Non distrugge il corpo, ma anestetizza la mente”, afferma lo psicoterapeuta. “Si crea una dipendenza subdola che isola i giovani dalla realtà e ne spegne la creatività. Passano ore davanti allo schermo per sfuggire al senso di vuoto affettivo e relazionale”.

La violenza di genere: assenza di padri, esplosione di rabbia Un altro fenomeno inquietante è la violenza maschile sulle donne. “Spesso si dice che sia un rigurgito del patriarcato, ma io vedo l’opposto: l’assenza del padre ha lasciato i maschi senza strumenti emotivi per gestire rifiuti e fallimenti”, spiega La Moglie. “Molti uomini si sentono piccoli, inadeguati, di fronte a donne sempre più autonome. L’unica via per recuperare una falsa virilità diventa, tragicamente, la violenza”.

Bullismo e ansie: fragilità diverse Infine, il bullismo: altro segnale di un disagio profondo. “Da un lato ci sono ragazzi fragili, sensibili, che interiorizzano l’ansia e il senso di inadeguatezza. Dall’altro, giovani aggressivi, che scaricano la loro insicurezza sugli altri. Entrambi sono vittime di un vuoto educativo e affettivo”, conclude lo psicoterapeuta.

Come uscirne? Secondo il dottor La Moglie, la soluzione non sta nel tornare ai padri autoritari, ma nel ritrovare un equilibrio: “I genitori devono imparare a dire dei no, senza paura di non essere amati. La scuola deve recuperare il valore della fatica e dell’impegno. E la società deve offrire ai giovani modelli positivi, non scorciatoie illusorie”.

Il futuro dei nostri ragazzi dipende da noi. Sta a noi adulti riconquistare il nostro ruolo e accompagnarli, con amore e fermezza, verso una crescita sana e consapevole.