Sanità e servizi pubblici al collasso: in Calabria cresce la protesta contro tagli e salari bassi, sciopero generale il 29 novembre
Il prossimo 29 novembre, i lavoratori del pubblico impiego incroceranno le braccia in tutta Italia per lo sciopero generale proclamato da CGIL e UIL. In Calabria, la protesta assume contorni ancora più drammatici, visto il contesto di forte disagio sociale e istituzionale che caratterizza la regione. La FP CGIL Calabria e la UIL FPL Calabria hanno già annunciato una mobilitazione capillare: il 27 novembre presidieranno gli ospedali calabresi per informare cittadini e lavoratori sulle ragioni dello sciopero.
Le condizioni del sistema sanitario calabrese sono emblematiche di una crisi che colpisce tutta la regione. Il blocco del turnover, i tagli ai fondi destinati agli enti locali e il cronico sottofinanziamento dei servizi pubblici hanno prodotto un circolo vizioso di degrado. Il personale sanitario è costretto a operare in condizioni difficili, con salari tra i più bassi d’Europa, mentre i cittadini devono fare i conti con un accesso ai servizi sempre più limitato.
Il problema si aggrava per effetto delle politiche nazionali: il definanziamento del Fondo Sanitario Nazionale previsto dal governo rischia di accentuare le disparità territoriali. In Calabria, l’inefficienza gestionale della Regione si somma a questa situazione, lasciando irrisolte questioni importanti come le assunzioni, il miglioramento delle condizioni lavorative e una giusta retribuzione per i dipendenti del Servizio Sanitario Regionale.
Per i sindacati, il progressivo depotenziamento dei servizi pubblici nasconde un preciso orientamento politico verso la privatizzazione, una scelta che contrasta con i principi costituzionali di uguaglianza e universalità dell’accesso. Il modello privatistico, denunciano CGIL e UIL, non solo accentua le disuguaglianze ma rischia di lasciare indietro le fasce più vulnerabili della popolazione, per le quali i servizi pubblici rappresentano una rete di protezione fondamentale.
CGIL e UIL chiedono una svolta radicale nelle politiche di bilancio:
- Aumento delle retribuzioni, con rinnovi contrattuali dignitosi e detassazione degli aumenti.
- Rafforzamento dei servizi pubblici, attraverso un piano straordinario di assunzioni che garantisca qualità e capillarità sul territorio.
- Investimenti mirati che restituiscano valore al lavoro pubblico e riducano le disuguaglianze territoriali.
Secondo i sindacati, le risorse necessarie ci sono, ma vanno utilizzate per promuovere uno sviluppo sostenibile e inclusivo, soprattutto in regioni come la Calabria, dove l’arretratezza dei servizi pubblici non è più tollerabile.
La manifestazione regionale del 29 novembre a Cosenza sarà l’occasione per ribadire queste richieste e per rivendicare un futuro diverso per la Calabria. I lavoratori e le lavoratrici del pubblico impiego saranno in prima linea, rappresentando una battaglia che riguarda tutta la società: quella per un sistema pubblico forte, capace di garantire diritti fondamentali e dignità lavorativa.
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