I controlli effettuati nelle mense ospedaliere in tutta Italia hanno portato alla scoperta di escrementi e blatte nelle cucine ospedaliere. L’operazione è stata condotta dal comando dei carabinieri per la Tutela della Salute, in collaborazione con il ministero della Salute, che ha sospeso l’attività o sequestrato sette cucine durante i controlli.
Il Nas ha dichiarato che i controlli hanno interessato 992 punti di cottura e preparazione pasti all’interno di strutture sanitarie pubbliche e private. Sono state individuate irregolarità in 340 punti di cottura, pari al 34% del totale, con l’accertamento di 431 infrazioni penali e amministrative, per un totale di 230mila euro di sanzioni pecuniarie.
Tra le irregolarità riscontrate ci sono stati la presenza di escrementi e blatte nelle cucine ospedaliere, la mancata rispondenza in qualità e quantità ai requisiti prestabiliti dai capitolati d’appalto, la gestione inadeguata degli alimenti e l’uso di ambienti privi di adeguata pulizia e funzionalità.
La scoperta di queste irregolarità è molto preoccupante, soprattutto considerando il fatto che le mense ospedaliere sono frequentate da persone fragili e spesso immunodepresse, come pazienti e operatori sanitari. L’igiene e la sicurezza alimentare sono fondamentali per prevenire l’insorgere di malattie e per garantire la salute dei pazienti.
È importante sottolineare che i controlli del Nas sono solo una parte della prevenzione degli eventuali rischi alimentari in ambito ospedaliero. Per garantire la massima sicurezza alimentare è necessario che tutte le aziende che gestiscono le mense ospedaliere adottino le misure di prevenzione necessarie e rispettino le normative in vigore.
Inoltre, è importante che le autorità competenti continuino a effettuare controlli regolari e a monitorare la situazione delle mense ospedaliere in modo da garantire la massima sicurezza alimentare e la salute dei pazienti. Solo così si potranno evitare situazioni come quelle riscontrate durante i controlli del Nas.
Blatte nelle cucine ospedaliere: i precedenti
Purtroppo, non è raro che i controlli effettuati nelle mense ospedaliere e in altre strutture di ristorazione collettiva mettano in luce gravi irregolarità e violazioni delle norme igieniche e sanitarie.
Uno dei casi più eclatanti degli ultimi anni è stato quello verificatosi nel 2018 nella mensa dell’ospedale San Carlo di Potenza. Durante i controlli del Nas sono state riscontrate diverse violazioni delle norme igieniche, tra cui la presenza di blatte e topi nelle cucine, la conservazione degli alimenti a temperature non corrette e l’uso di attrezzature non a norma. La mensa è stata chiusa per un mese e il direttore sanitario dell’ospedale è stato indagato per lesioni colpose.
Nel 2019, invece, i controlli effettuati nella mensa dell’ospedale Sant’Orsola di Bologna hanno portato alla scoperta di una vera e propria “zona franca” in cui venivano conservati gli alimenti, priva di qualsiasi igiene e di adeguati controlli. In particolare, sono state riscontrate gravi irregolarità nella conservazione della carne e dei prodotti ittici. La mensa è stata chiusa per tre giorni e il direttore sanitario dell’ospedale ha rassegnato le dimissioni.
Anche nel 2021, durante la pandemia di COVID-19, sono stati riscontrati diversi casi di violazioni delle norme igieniche nelle mense ospedaliere. Ad esempio, nel maggio dello stesso anno, i controlli effettuati nella mensa dell’ospedale di Lodi hanno portato alla scoperta di gravi irregolarità nella conservazione degli alimenti, tra cui la presenza di muffe sui cibi e di cibi scaduti da diversi giorni. La mensa è stata chiusa per 48 ore.
Questi sono solo alcuni esempi di casi eclatanti di violazioni delle norme igieniche e sanitarie nelle mense ospedaliere. È importante che le autorità competenti continuino a effettuare controlli regolari per garantire la massima sicurezza alimentare e la salute dei pazienti.