Febbre del Nilo: due casi in Calabria

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Emergenza Febbre del Nilo in Calabria: due settantenni ricoverati all’ospedale Annunziata di Cosenza e aumento dei casi in Italia

La febbre West Nile, nota anche come febbre del Nilo, ha colpito la Calabria con due nuovi casi accertati. I pazienti, entrambi settantenni, sono attualmente ricoverati presso l’ospedale Annunziata di Cosenza. Tra loro, un contadino di Dipignano, le cui condizioni sono monitorate costantemente. Il sindaco Gaetano Sorcale ha comunicato che l’Azienda Sanitaria Provinciale (Asp) ha notificato il caso il 18 agosto scorso.

Attualmente, il paziente presenta dolori e difficoltà di mobilità, ma le sue condizioni sono stabili. Nel periodo dal 12 al 18 settembre, in Italia sono stati registrati 51 nuovi casi di infezione, portando il totale a 382 dall’inizio di maggio. Di questi, due casi si riferiscono alla Calabria, con un incremento dei decessi che ora ammonta a tre.

La febbre West Nile è causata da un virus della famiglia dei Flaviviridae, isolato per la prima volta nel 1937 in Uganda. I principali vettori del virus sono gli uccelli selvatici e le zanzare, con le punture di quest’ultime che rappresentano il principale metodo di trasmissione all’uomo. Altre modalità di trasmissione, seppur più rare, includono trapianti di organi e trasfusioni di sangue. È importante notare che la malattia non si trasmette da persona a persona tramite contatti diretti.

La situazione resta sotto attenta osservazione da parte delle autorità sanitarie, mentre si invitano i cittadini a prestare attenzione alla prevenzione contro le punture di zanzara, per contenere la diffusione del virus.

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