Il Commissario ad Acta della Sanità calabrese, Guido Longo, stronca la contabilità del Policlinico di Germaneto, azienda ospedaliera universitaria Mater Domini di Catanzaro.
Ritardi nell’approvazione dei bilanci finiti sotto la sua lente di ingrandimento. Il bilancio 2018 è stato riformulato a febbraio 2020 con rettifiche che il nuovo collegio sindacale (insediato 7 mesi fa) non ha ancora finito di analizzare.
Il Commissario ad Acta, Guido Longo, giudica pessimo il risultato d’esercizio del Policlinico del 2018. Se l’anno precedente le perdite ammontavano a 12,3 milioni, in un anno si è arrivati a oltre 21,6 milioni. Quasi 7 milioni in più di quelli stimati nel bilancio di previsione.
E non è tutto, il Policlinico di Germaneto non ha rispettato le norme sul contenimento della spesa, sforando i limiti annui fissati per consulenze e personale. In quest’ultimo caso c’è un’incongruenza: le cifre riportate nel bilancio sono diverse da quelle indicate in alcune tabelle ad esso allegate.
Inoltre, il capitolo ammortamenti. Per le immobilizzazioni materiali ed immateriali, il Commissario Longo scrive “il valore riportato si discosta dal valore rideterminato dall’ufficio in fase di verifica”. Risultate incongruenze anche su tutte le categorie: Attrezzature Sanitarie, Mobili e arredi, Altri beni, riportate dai bilanci precedenti.
Si attendono ora risposte sulla questione dall’Asp, vista anche l’assenza di coperture integrali per il disavanzo accumulato.
Per tutte queste ragioni, il Commissario Longo ha deciso di non approvare il bilancio 2018.
Inoltre il collegio sindacale ritiene che è “necessaria una riconciliazione tra l’azienda e i suoi fornitori e clienti, improcrastinabile la risoluzione dei rapporti con l’Università Magna Graecia, improbabile l’inesistenza di ratei e risconti”. Il collegio dunque teme errori nella quantificazione dei fondi rischi e accantonamenti e ne segnalano altri nel passaggio al nuovo sistema contabile.
Secondo il collegio sindacale, per risanare l’azienda servono soluzioni rapide, poiché “la spesa per interessi è insostenibile”. Bocciata dunque anche la “gestione i cui fattori produttivi impiegati non sono indirizzati al migliore conseguimento della missione aziendale”.