Il Governo ha deliberato, per condizionamenti della ‘ndrangheta, il commissariamento dell’Asp di Catanzaro, su richiesta della Ministra dell’Interno Luciana Lamorgese
“Accertati condizionamenti da parte delle organizzazioni criminali“, così si legge nel comunicato. Oltre allo scioglimento per mafia di 18 mesi, è stato disposto “il contestuale affidamento dell’amministrazione dell’ente ad una commissione di gestione straordinaria“.
Sei mesi fa, analogo provvedimento era stato preso per l’Asp di Reggio Calabria.
Ma torniamo all’Asp di Catanzaro.
Sei mesi scorsi l’ente è finito al centro dell’inchiesta “Quinta Bolgia“, coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Catanzaro. L’inchiesta del Procuratore Nicola Gratteri, e dei pm Elio Romano e Vito Valerio, ha svelato l’intreccio tra sanità pubblica e clan. In particolare la cosca Iannazzo – Cannizzaro – Daponte aveva conquistato il monopolio di alcuni servizi come quello delle ambulanze, ma anche della fornitura di materiale sanitario e del trasporto di sangue.
I rapporti tra l’Asp di Catanzaro e la ‘ndrangheta hanno danneggiato il personale dell’Ospedale di Lamezia Terme. Infatti erano le ditte ritenute mafiose che custodivano chiavi dei reparti e non i medici e paramedici, costretti invece a somministrare ossigeno scaduto ai malati, soccorsi da personale non autorizzato e senza alcuna preparazione medica.
Le ambulanze inoltre erano fatiscenti e non avevano i requisiti tecnici per circolare, stando alle risultanze della Dda.
Lo scioglimento dell’Asp di Catanzaro è stato commentato dal Ministro della Salute, Roberto Speranza, il quale ha dichiarato:” La situazione della Sanità in Calabria è molto seria. Il rispetto rigoroso del principio di legalità sarà essenziale per aprire una stagione in cui il diritto alla Salute venga effettivamente garantito“.