Le mascherine proteggono ma mettono in crisi le persone non udenti

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mascherine, comunicazione (fonte Donna Glamour)

Le mascherine trasparenti anti-appannamento potrebbero risolvere la situazione se fossero riconosciute come presidio medico dal Governo

Le mascherine sono diventate un presidio medico necessario per mantenere alta la guardia contro il contagio da Coronavirus, nel momento in cui ci ritroviamo ad interagire con le altre persone. Ma cosa succede quando sono le persone non udenti a dover interagire con un interlocutore che ha la bocca nascosta dalla mascherina?

Come sappiamo leggere il labiale per le persone non udenti è fondamentale per comunicare. Ma con le mascherine diventa difficile, anzi impossibile.

Allora capita spesso che le persone non udenti chiedono agli interlocutori di abbassare la mascherina per poter capire quel che si sta cercando di comunicare.

Ma se gli interlocutori interessati si trovano in luoghi pubblici chiusi, come ad esempio una farmacia, un bar, un negozio al dettaglio, come rispettare l’obbligo di indossare la mascherina e contemporaneamente farsi capire dalla persona non udente? Semplice, non si può.

Allora bene hanno fatto le persone di Voghera (PV) che stanno utilizzando delle mascherine trasparenti, con una particolare tecnologia anti-appannamento, brevettate dal designer e ideatore Mauro Nobile.

Queste mascherine non devono essere indossate dalle persone non udenti, bensì dalle persone “parlanti”, in maniera da facilitare la comunicazione, anche in luoghi pubblici chiusi.

Dunque questa dell’utilizzo di questo tipo di mascherine su tutto il territorio nazionale, sarebbe una soluzione da attivare per superare questo ostacolo comunicativo. Il problema è che le mascherine trasparenti presentate in questi mesi, nelle versioni industriali di Mauro Nobile, non sono riconosciute come dispositivi di protezione individuale o come dispositivi medici.

Enzo Corti, presidente lombardo dell’Ente Nazionale Sordi ha dichiarato su Repubblica che la Regione Lombardia si è interessata a questa problematica. Ci si è così rivolti al Governo. Dalla richiesta di attenzione sul problema e di risoluzione, sono passati tre mesi ed ancora si sta aspettando una risposta.