Visita degli ispettori ministeriali alle Asp Cosenza, nei Pronto Soccorso. Le barelle non possono transitare da una stanza all’altra. Non ci sono nemmeno i soldi per il carburante delle ambulanze
La quasi totalità dei punti di primo intervento degli ospedali del territorio cosentino avrebbero un “difetto strutturale congenito”. Reiterato, nonostante siano stati effettuati negli ultimi dieci anni dei dispendiosi interventi di ripristino e messa a norma.
È questo il dato che sarebbe emerso a seguito della visita degli emissari del Ministero della Salute. Visita che nei giorni scorsi è stata effettuata agli spoke della provincia.
Ci sarebbero dei punti di Pronto Soccorso dove le porte hanno una misura ridotta rispetto a quella standard e le barelle non possono transitare da una stanza all’altra.
Le camere (per cui sono stati spesi dei soldi per una recente ristrutturazione) che si trovano all’ingresso dei Pronto soccorso, sono utilizzate per trasportare i pazienti dalle barelle delle ambulanze, ma non sarebbero idonee. Gli impianti di aspirazione dei fumi emessi dalle autovetture, infatti, non funzionerebbero.
O, ancora, alcune sale destinate alla degenza di primo intervento non sarebbero provviste del punto ossigeno. Che invece si trova nelle sale mediche – dove non servirebbe.
Il Pronto Soccorso di Corigliano-Rossano
Una delle situazioni più critiche sarebbe emersa nello spoke di Corigliano-Rossano dove, in misura più o meno importante, questi problemi sarebbero emersi tutti.
Qui i lavori di ammodernamento e riqualificazione del presidio si sono conclusi da poco. Ma, nonostante tutto, sembra rimangano ancora delle criticità importanti, evidenziate proprio dagli ispettori del ministero.
Niente soldi per il carburante delle ambulanze
Le precarie condizioni strutturali che non garantirebbero sicurezza ai pazienti sono aggravate da altre piaghe aperte. Dalla carenza cronica di posti letto, alla mancanza di medici e finanche l’assenza di risorse per portare avanti l’ordinaria amministrazione.
Nello spoke di Corigliano-Rossano, sempre più emblema del fallimento delle politiche di gestione della sanità calabrese, non solo mancano le ambulanze – costrette a fare la spola sui 13 kilometri che separano il “Compagna” dal “Giannettasio” – ma quelle poche che ci sono rischiano presto di rimanere a piedi. In quanto non ci sarebbero più soldi nemmeno per fare carburante ai mezzi.