Proteine nella dieta mediterranea: impatti sulla salute e sull’ambiente, riflettendo l’equilibrio raccomandato delle linee guida nutrizionali italiane
Negli ultimi anni, la discussione sulle scelte alimentari e il ruolo delle proteine nella dieta mediterranea ha guadagnato sempre più rilievo, con una crescente consapevolezza dell’importanza di un’alimentazione equilibrata non solo per la salute individuale ma anche per la sostenibilità ambientale. Secondo le Linee Guida per una corretta alimentazione in Italia, un bilancio ottimale prevede il 45% di proteine animali e il 55% di proteine vegetali, un approccio che riflette l’equilibrio tradizionale del modello mediterraneo.
Recentemente, la Fondazione Istituto Danone ha presentato il volume “Proteine nella Dieta Mediterranea”, curato da Federico Mereta e con il contributo di esperti del calibro di Lorenzo Morelli, Andrea Ghiselli, Maurizio Muscaritoli, Michele Sculati, Elisabetta Bernardi e Assunta Filareto. Quest’opera delinea chiaramente l’importanza di adottare una dieta ricca di proteine, seguendo i principi salutari del modello alimentare mediterraneo.
Le proteine rivestono un ruolo fondamentale nella promozione della longevità e del benessere generale. Questi nutrienti essenziali sono responsabili della costruzione, della riparazione e del mantenimento delle cellule e dei tessuti del corpo umano. Studi recenti hanno anche evidenziato che un aumento dell’assunzione di proteine è associato a una riduzione della mortalità, soprattutto tra gli individui anziani, in virtù dei benefici sulla forza muscolare e sul sistema immunitario. Inoltre, le proteine contrastano l’invecchiamento muscolare e la sarcopenia, fenomeno legato alla perdita di massa muscolare dovuta all’età.
Il volume approfondisce anche la distinzione tra proteine animali e vegetali, un tema cruciale nel contesto della dieta mediterranea. Le proteine di origine animale, presenti principalmente nei latticini e nel pesce, offrono un elevato valore biologico e una significativa quantità di aminoacidi essenziali. D’altro canto, le proteine vegetali sono associate a una minore mortalità cardiovascolare e a un miglioramento della sensibilità insulinica.
Un altro aspetto rilevante è l’effetto saziante delle proteine, che contribuiscono a prolungare il senso di sazietà attraverso meccanismi fisiologici. Il consumo di proteine stimola il rilascio dell’ormone Glp-1, rallentando lo svuotamento dello stomaco e riducendo l’appetito. Questo effetto saziante è particolarmente evidente nelle proteine di alta qualità, che grazie agli aminoacidi ramificati, svolgono un ruolo cruciale nel controllo dell’appetito.
Inoltre, il volume discute il ruolo delle proteine nel microbiota intestinale, una comunità complessa di microrganismi essenziale per la salute dell’organismo umano. Le proteine vegetali, attraverso i loro effetti prebiotici, favoriscono la crescita di batteri benefici come i lactobacilli e i bifidobatteri, contribuendo così al mantenimento di un microbiota intestinale equilibrato. D’altra parte, le proteine animali, grazie alla loro facile digestione e al bilanciamento ottimale degli aminoacidi essenziali, influenzano positivamente la salute del microbiota intestinale.
Per gli individui che praticano attività sportiva, l’apporto proteico necessario aumenta significativamente. Gli atleti, infatti, richiedono fino al 100% in più di proteine rispetto alla media della popolazione. È quindi essenziale che questo aumento sia soddisfatto all’interno di una dieta equilibrata e variegata, che comprenda anche carboidrati, grassi, fibre e altri nutrienti essenziali per sostenere le esigenze energetiche e metaboliche durante l’esercizio fisico.
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