Lo scorso 20 ottobre, al Pronto Soccorso dell’Ospedale di Gioia Tauro (RC), a causa di un malore, a causa di un infarto in corso, il commerciante Giovanni Mafrici perde la vita. Ciò che fa più male è che questa tragedia probabilmente poteva essere evitata. Se solo l’infarto fosse stato preso in tempo. Se solo il servizio del 118 avesse funzionato come avrebbe dovuto!
In Calabria la Sanità è un macigno pesante, che fa male e che procura vergogna. Ma questa volta è la rabbia che sale e che inquina le parole. Sì, perché non si può ogni volta attendere la tragedia per muovere i primi passi verso qualcosa che ci spetta di diritto e che non deve essere considerato come un privilegio. La Salute è un diritto inviolabile dell’uomo che deve essere garantito, non concesso!
La morte di Giovanni Mafrici ed i “crateri” di un sistema sanitario oramai allo sbando
Il disservizio del 118 con mancanza di medico a bordo dell’ambulanza, la mancanza del reparto di emodinamica volto al trattamento delle sindromi coronariche acute, non sono piccoli “vuoti” in un sistema sanitario che tale possa essere definito, ma sono dei crateri.
E questo la famiglia di Giovanni Mafrici lo sa bene, conosce bene quel vuoto di quel cratere, perché è lo stesso vuoto che ha lasciato Giovanni e non rimane che il dolore adesso. Il dolore e la rabbia. Perché così come la sua famiglia, ora tutti vogliono una risposta, una verità.
Manifestazione per difendere il diritto alla Salute: il 30 ottobre a Gioia Tauro
Sarà l’autopsia a stabilire la causa del decesso. Intanto Giovanni, 54enne, sposato con figli, non c’è più e questo non può lasciarci indifferenti. Ecco perché, oltre al lutto cittadino, proclamato il giorno dopo il decesso di Giovanni, la stessa USB, Unione Sindacale di Base parteciperà alla manifestazione che si terrà a Gioia Tauro il 30 ottobre. Proprio per difendere quel diritto alla Salute che così tanto è calpestato in Calabria.
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