Approvata in Commissione alla Camera la proroga fino al 2027 per l’assunzione di medici cubani, un passo fondamentale per affrontare la carenza di personale
Una buona notizia per la sanità calabrese arriva direttamente da Roma. Ieri, in Commissione alla Camera dei deputati, è stato approvato un emendamento al Decreto Flussi che prevede la proroga fino al 2027 della possibilità di assumere medici stranieri, con particolare riferimento ai medici cubani che hanno già dato un contributo importante al sistema sanitario della Calabria. La nuova normativa estende per due anni la deroga sul riconoscimento delle qualifiche professionali sanitarie ottenute all’estero, dando così alle regioni, in particolare quelle del Sud, la possibilità di continuare a reclutare personale medico proveniente da paesi stranieri.
L’emendamento, proposto dai parlamentari di Forza Italia Francesco Cannizzaro e Paolo Emilio Russo, è stato accolto come una soluzione necessaria per far fronte alla cronica carenza di medici che affligge molte aree del Paese. L’operazione, che ha visto l’impiego di medici cubani in Calabria già dal 2022, si è rivelata un successo, riuscendo a mantenere attivi numerosi ospedali e garantire un’adeguata assistenza sanitaria a milioni di cittadini.
Un forte sostenitore di questa iniziativa è stato il presidente della Regione Calabria, Roberto Occhiuto, che ha affrontato la sfida della carenza di medici in modo innovativo. La sua decisione di avvalersi dei medici cubani, inizialmente criticata, è stata alla fine premiata dai risultati concreti sul territorio. Grazie a questa iniziativa, si è evitato il collasso del sistema sanitario regionale, dando una boccata d’ossigeno a una delle aree più vulnerabili del Paese.
La Calabria, così, si è trasformata in un esempio per altre regioni italiane che affrontano la stessa difficoltà di reperire personale sanitario qualificato. La proroga della misura, che arriva a soli due anni dall’introduzione dei medici cubani, rappresenta un segnale di attenzione da parte del governo verso le esigenze delle regioni del Sud e conferma la volontà di trovare soluzioni pratiche per assicurare a tutti i cittadini il diritto alla salute.
Il passo compiuto dalla Commissione alla Camera non solo garantisce la continuità di un’importante risorsa per la Calabria, ma sancisce anche un nuovo modello di gestione delle carenze nel settore sanitario, basato sulla cooperazione internazionale e sull’utilizzo di soluzioni flessibili e tempestive. Un esempio che potrebbe essere replicato per rispondere alle sfide di altre aree del Paese.
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