“L’intervento ultimo del dott. Daniele Maselli del S. Anna Hospital, a cornice di quello fatto giorni fa unitamente ai suoi colleghi cardiochirurghi dell’ospedale di Reggio Calabria e del Policlinico Universitario di Catanzaro, è perfetto sotto l’aspetto prettamente economico per la sanità calabrese che a causa della migrazione sanitaria è costretta a spendere milioni di euro ogni anno per far fronte a questa emorragia”. Ha dichiarato Mariano Carè Dirigente CICAS Catanzaro.
L’umanizzazione assente secondo Carè
“Non si fa cenno a quelle che per noi sono le vere cause di questa migrazione. L’umanizzazione ad esempio, sembra sia assente nelle strutture del nostro sud tranne in alcuni casi. L’umanizzazione che parte dall’accoglienza del paziente, lo conduce per mano fin dalle prime visite per arrivare alla diagnosi certa. Spesso questa certezza non c’è e lascia il paziente nell’incertezza, primo fattore che spinge alla migrazione medica insieme alla sicurezza di non trovare da noi le giuste e più evolute cure”. Spiega Carè.
E prosegue: “Perché non si effettuano Corsi specifici su questo aspetto per come programmato dal Ministero della Salute come fanno nelle strutture sanitarie del nord Italia? Siamo sicuri che le motivazioni che darebbero questi migranti della medicina, sarebbero proprio queste!“.
L’esempio dell’Emilia Romagna, Lombardia e Veneto
“Quindi, la nostra sanità con i suoi operatori – anche bravi, stimati e in diversi casi punti di eccellenza – dovrebbe riflettere cercando di concentrarsi su questi ingredienti essenziali, mettendoli in pratica come fanno nelle strutture dell’Emilia Romagna, Lombardia e Veneto, allo scopo di fa diminuire la migrazione sanitaria ed evitare al paziente viaggi – forse- inutili”. Ha dichiarato ancora Carè.
“Da non sottovalutare – evidenzia – il pesantissimo impatto sull’utenza che ha tuttora il Piano di Rientro per la Sanità in Calabria che ha sottodimensionato molti aspetti dell’assistenza medica. Infatti quasi ogni giorno si apprende dai media che questo o l’altro punto di sanità viene chiuso o sottodimensionato al punto da divenire quasi inutile”.
L’importanza della prevenzione per ridurre le spese mediche pubbliche
“La Dirigenza della Sanità calabrese – sentenzia il dirigente CICAS di Catanzaro – dovrebbe avere ben in mente che l’impegno profuso per la prevenzione non solo evita le malattie, ma diminuisce sensibilmente le spese mediche pubbliche. E poi, perché i medici in obsolescenza non vengono sostituiti da tempo Quanti reparti sono sotto organico? Tutto questo si traduce in mancata qualità della assistenza medica”.
L”Intramoenia’ deve essere eliminata secondo Carè
“Riteniamo – prosegue Carè – che la purtroppo abusata ‘Intramoenia’ debba essere eliminata o almeno rivista radicalmente. Ha causato moltissimi danni in ogni senso e se da una parte ha soddisfatto l’enunciato iniziale – cioè quello di trattenere nelle strutture pubbliche le professionalità acquisite – ha permesso a molti medici poco corretti professionalmente di usare le strutture pubbliche come ricettacolo di pazienti”.
Diverse realtà associative attente
“Nella nostra regione – sottolinea – esistono diverse realtà associative nate dagli utenti, che instancabilmente osservano e denunciano le irregolarità nella sanità pubblica. Le associazioni di pazienti, non solo monitorano le erogazioni sanitarie in ogni loro aspetto, ma sono sempre pronte ad adire anche ai media o alle autorità per far valere i loro diritti”.
Cito ad esempio – conclude il dirigente CICAS di Catanzaro – l’associazione Diabete Due Mari di Catanzaro e la Federazione Diabete Calabria (una realtà di livello superiore che raggruppa diverse realtà associative a tema)”.