Tra accuse e chiarimenti: lo scandalo dell’Asp di Vibo Valentia e i ‘medici imboscati’ dietro scrivanie, un’inchiesta svela il dietro le quinte del personale sanitario, tra mansioni discutibili e limitazioni fisiche certificate
Lo scandalo dei “medici imboscati” nell’Asp di Vibo Valentia ha scosso ancora una volta l’istituzione sanitaria locale. Un’inchiesta condotta dal Movimento 5 Stelle ha rivelato una realtà sconcertante: 23 membri del personale sanitario sono stati sorpresi ad assumere incarichi diversi da quelli per i quali sono stati originariamente assunti. A ciò si aggiungono altre 109 unità con limitazioni fisiche certificate o prescrizioni che limitano le loro mansioni.
Il commissario straordinario dell’Asp di Vibo Valentia, Battistini, ha risposto alle pressioni politiche fornendo dettagli su questa situazione controversa, ha precisato che le limitazioni fisiche non escludono il personale dal servizio, ma lo adattano in base alle loro condizioni individuali. Queste restrizioni, spiega Battistini, sono necessarie per garantire il benessere dei lavoratori e assicurare la continuità dell’assistenza sanitaria.
Inoltre, Battistini ha sottolineato la natura impegnativa del lavoro nel settore sanitario, sottolineando che anche infermieri e ostetriche sono inclusi nell’elenco delle professioni gravose, insieme agli operai edili e agricoli. Questa constatazione mira a contestualizzare i numeri presentati, considerando le sfide specifiche del settore.
Infine, nonostante le criticità emerse, l’Asp di Vibo Valentia ha difeso la sua forza lavoro, sottolineando che la morbilità e le limitazioni fisiche sono in linea con la popolazione generale, nonostante l’età media elevata e la natura faticosa del lavoro.
Questo scandalo ha sollevato interrogativi sulla gestione delle risorse umane nell’Asp di Vibo Valentia e ha posto l’attenzione sulle politiche di assunzione e adattamento del personale nel settore sanitario.
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