Ricerche scientifiche hanno messo in luce le qualità del Co-sleeping e del Bed-sharing. Pareri invece discordanti sul rischio di SIDS
Riposare nel lettone insieme ai propri figli (soprattutto se neonati) è una pratica molto diffusa, ma che in passato è stata fortemente criticata dai pediatri e dagli psicologi del comportamento. In realtà il co-sleeping (dormire insieme) apporta moltissimi benefici sia ai genitori che ai piccoli. Lo svelano alcune ricerche scientifiche che hanno messo in luce le qualità del bed-sharing (condivisione del letto), considerato non più come un vizio altamente diseducativo, ma come un modo per creare un legame con il bambino.
L’antropologo James McKenna nel suo “Laboratorio del sonno Materno Infantile” (Università di Notre-Dame, Indiana), ha osservato coppie mamma-figlio durante le ore del riposo notturno ed ha individuato cinque buoni motivi a favore del bed-sharing (condivisione del letto):
1) i bambini piangono di meno;
2) il contatto fisico con la madre favorisce la regolazione della temperatura corporea del piccolo che ancora non è in grado di autoregolarsi;
3) la vicinanza fisica tra mamma e bambino aumenta il numero di risvegli durante la notte e questo non solo facilita l’allattamento al seno a richiesta, ma riduce il rischio di SIDS (Sudden Infant Death Syndrome) del 50% (anche se al riguardo ci sono dei pareri contrastanti).
4) aiuta il bambino a regolarizzare il suo battito cardiaco;
5) aiuta il bambino a regolarizzare il suo ritmo respiratorio.
Per prima cosa il costante contatto fisico della mamma con il neonato, soprattutto nei primi mesi di vita, consente di gestire meglio lo stress, non solo durante l’infanzia, ma anche nella fase adulta. I bambini che dormono con i genitori infatti piangono di meno e vengono immediatamente accuditi quando ne hanno bisogno, questo consente al loro organismo di non aumentare il livello di cortisolo.
Non solo: i piccoli che dormono con mamma e papà sono anche più felici. Ricerche scientifiche infatti hanno dimostrato che il co-sleeping consente un maggiore sviluppo di recettori per la serotonina, ossia l’ormone del buon umore. Questo perché il neonato riposa meglio ed è più tranquillo. Si sveglia meno frequentemente e a giovarne è anche il suo ritmo cardiaco. Anche i genitori non sono costretti di notte ad alzarsi e si svegliano la mattina molto più riposati.
Molti pediatri oggi sono convinti che il co-sleeping sia anche il metodo migliore per ridurre il rischio di morte, in particolare, il rischio di SIDS (anche se sulla Sindrome della morte improvvisa del lattante ci sono pareri discordanti), dormire con i genitori infatti permette ai bambini di avere un sonno leggero e di risvegliarsi in caso di disturbi respiratori.
Il bed sharing è un’ottima strategia anche per le mamme che lavorano, perché durante la notte, condividendo il letto con il piccolo, possono allattarlo più a lungo senza per questo perdere il sonno.
Non a caso i neonati che dormono con i genitori fanno un numero maggiore di poppate durante la notte e di conseguenza ricevono molte più sostanze nutritive, rafforzando le loro difese immunitarie.
Tra tutti i materassi in commercio, i più indicati per il co-sleeping sono i materassi matrimoniali di Grinta Materassi che garantiscono un sonno di qualità e una postura corretta. Sono molto consigliati perchè evitano la compressione localizzata dei tessuti corporei tipica dei normali materassi e i frequenti cambiamenti di posizione durante il riposo con continua interruzione delle fasi del sonno fisiologico.