Il mistero delle radiazioni nucleari a Tromsø, Norvegia: le indagini sull’isotopo radioattivo iodio-131 e le sue possibili origini mediche o nucleari
Le recenti misurazioni effettuate a Tromsø, nel nord della Norvegia, hanno rivelato tracce di radiazioni nucleari, attribuite all’isotopo radioattivo iodio-131, nel periodo compreso tra il 21 e il 26 marzo 2024. Questa scoperta è stata resa nota tramite un comunicato dell’autorità norvegese per la sicurezza nucleare (DSA), la quale ha precisato che le concentrazioni di questo isotopo nell’aria sono risultate essere insignificanti dal punto di vista del rischio per la salute e per l’ambiente. Al momento non è stata identificata con certezza l’origine di questa fuoriuscita di materiale radioattivo.
L’iodio-131 è un isotopo radioattivo caratterizzato da un nucleo atomico instabile che si trasforma spontaneamente in un nucleo diverso. La sua caratteristica principale è la sua breve emivita, che lo porta a decadere in tempi relativamente rapidi. Questo significa che le tracce di iodio-131 rilevate a Tromsø tenderanno a scomparire nel giro di alcuni mesi e che la fonte di emissione deve trovarsi in prossimità della città norvegese.
Le possibili fonti di iodio-131 includono l’uso in ambito medico per trattamenti di ipertiroidismo e neoplasie tiroidee, nonché nella medicina nucleare come mezzo diagnostico per scintigrafie tiroidee, è anche prodotto come sottoprodotto della fissione dell’uranio e del plutonio, suggerendo la possibilità di un incidente in una centrale nucleare o in altre installazioni nucleari civili o militari, questa ipotesi sembra improbabile poiché non sono stati rilevati altri isotopi come lo stronzio-90 e il cesio-137, che comunemente accompagnano l’emissione da tali impianti. Attualmente, sembra più plausibile che la fonte sia collegata a una perdita da un impianto di produzione di farmaci o altri materiali radioattivi per uso medico contenenti iodio.
Va sottolineato che questo non è un evento isolato o raro. Le autorità norvegesi per la sicurezza nucleare hanno confermato che rilevazioni di iodio radioattivo si verificano nel paese scandinavo tra 6 e 8 volte all’anno, spesso senza che la fonte dell’isotopo sia identificabile con precisione. Un episodio simile che ha attirato l’attenzione dei media è avvenuto nell’agosto 2019, quando la presenza di iodio radioattivo nel nord della Norvegia è stata collegata all’esplosione del motore di un razzo durante un test militare, nelle vicinanze del confine con la Russia, è importante ribadire che le quantità di radioisotopi misurate sono sempre state minime, senza destare preoccupazioni significative per la salute o l’ambiente.