Potrebbero essere state ben altre le sue aspirazioni da bambina oppure aveva già le idee chiare. Oggi Amalia Cecilia Bruni ha 64 anni ed è una ricercatrice e neurologa di fama internazionale!
Amalia nasce a Girifalco, un paese della Provincia di Catanzaro. Dopo gli studi della scuola dell’obbligo e un diploma di Liceo Classico si reca a Napoli per gli studi universitari. UnaLaurea in Medicina da 110 e Lode, poi la specializzazione in Neurologia e uno Stage al G. Gaslini di Genova nel reparto di Neuropsichiatria infantile.
Chiunque, a questo punto, avrebbe scelto la strada più semplice: proseguire con la carriera in una regione che non sia la Calabria, dove, certamente, sono più alte le possibilità, ma Amalia no.
Amalia sceglie la strada più difficile, quella di tornare nella sua terra natìa e dedicarsi alla ricerca.
Al rientro in Calabria, la carriera inizia nel reparto di Neurologia del “Pugliese-Ciaccio” di Catanzaro. Nel 1955 scopre la Presenilina, il gene più diffuso dell’Alzheimer, malattia che colpisce circa 600.000 persone in Italia.
Il riconoscimento non tarda ad arrivare e nel 1996 viene fondato il Centro Regionale di Neurogenetica di Lamezia Terme, di cui Amalia è dirigente. Tuttavia, la nostra scienziata non si accontenta, ma entra a far parte del Comitato Scientifico dell’Istituto Superiore di Sanità e diventa presidente eletto della SinDem (Società Italiana di Neurologia delle Demenze).
Resta il problema della poca attenzione attribuita alla ricerca. “E’ sempre più difficile trattenere i giovani capaci che le università continuano a formare. Dalle amministrazioni pubbliche si fa fatica ad avere i soldi per acquistare materiali di laboratorio, figuriamoci per finanziare progetti di ricerca.”
Si continua a lavorare e a coltivare una speranza di crescita “La ricerca è senza ombra di dubbio l’unico strumento che dà la speranza di un futuro.” – afferma Amalia in un’intervista al Corriere.it. Dopotutto, a lei non sono mai piaciute le strade facili!
Miriana Leone