In attesa che si formalizzi il calendario definitio dei play-off di serie C, chi scrive, continua a ricordare ai più giovani cosa è stato il Catanzaro calcio per il cittadino catanzarese e non solo.
Ebbene 44 anni fa arrivò la seconda promozione in serie A, dopo un campionato lungo ed estenuante come era una volta il campionato di serie B che era il campionato cadetto più forte d’Europa.
Il 20 giugno 1976, diecimila tifosi giallorossi partirono con ogni mezzo alla volta del vecchio stadio Mirabello di Reggio Emialia per affrontare la locale squadra denominata Reggiana.
I giallorossi avevano sprecato due match point per salire in A, prima a Varese perdendo contro una diretta concorrente per 1-0 e poi in casa col Foggia pareggiando per 0-0 e grazie al recupero contro il Novara vinto per 3-0 di mercoledì 16 giugno, gli uomini di Gianni Di Marzio si erano riportati al comando della classifica di Serie B in condominio col Genoa e il Foggia, con 43 punti.
Il Catanzaro, pertanto, si recava a Reggio Emilia costretta a vincere ad ogni costo contro la retrocessa squadra amaranto, nettamente ultima in classifica.
Doveva essere quindi una formalità. Ma la squadra di Gianni di Marzio, purtroppo in zona gol, non era proprio il massimo. Dopo la sconfitta nello spareggio di Terni col Verona del campionato precedente, arrivarono a Catanzaro due bomber: Pietro Michesi e Giacomo La Rosa, in quanto la coppia Spelta-Palanca nond ava grossa affidamento, né tantomeno l’altro attaccante Pieraldo Nemo, si poteva considerare un bomber.
Ma i due acquisti per l’attacco furono un vero fallimento, Pietro Michesi, 25 partite e un gol su rigore contro l’Avellino,invece Giacomo La Rosa 17 partite e 3 gol – nel girone di andata – contro Ternana, Brindisi e Foggia, pertanto Di Marzio si affidava alla sua difesa che fu la migliore del campionato con 23 reti subite con Pellizzaro in porta Silipo e Ranieri terzini Vichi libero e Maldera stopper e soprattutto al rendimento interno dove era riuscita ad ottenere 30 punti sui 38 disponibili.
Il campionato fu strano in quanto dopo la sconfitta iniziale di Bergamo con l’Atalanta, gli uomini di patron Ceravolo, inanellarono 15 risultati positivi consecutivi (tra cui la splendida vittoria di Genova con autorete di Bruno Conti nel finale sottoun diluvio assurdo) per poi perdere in casa contro il Varese per 2-1 e la domenica successiva la sconfitta a Foggia sempre per 2-1.
Proprio contro il Foggia RTC 103 trasmesse la prima partita del Catanzaro sulle proprie frequenze, cambiando le abitudini di molti tifosi del Catanzaro che invece di seguire “Tutto il calcio minuto per minuto” seguivano le gesta giallorosse commentate dal mitico e compianto Orlando Rotondaro.
Il girone di ritorno fu altalenante e specie nel finale di campionato solo a striminzite vittorie contro Piacenza e Brindisi entrambi per 1-0 i giallorossi si tennero a galla.
Insomma si arriva a questa partita sperando di fare un sol boccone degli avversari, ma il caldo, l’imprecisione degli attaccanti e soprattutto la carente condizione fisica – specie per fatica di mercoledì contro il Novara, fece si che il primo tempo si chiudesse 0-0 e le notizie che arrivavano dagli altri campi specie da Varese non erano confortanti, quindi si profilava uno spareggio tra il Catanzaro e il Varese.
E l’ipotesi spareggio faceva sempre più corpo , in quanto, dopo 25 minuti del secondo tempo di attacchi sterili di Improta e Co., il risultato della partita non sbloccava.
Al minuto 26 Vignando, ex della partita, si fa largo sulla sinistra e tira, la palla va sul palo, ma nenache il tempo di imprecare, c’è pronto Palanca a realizzare il gol che fa esplodere di gioia il Mirabello e tutta la tifoseria catanzarese che iniziava a raggrupparsi su Corso Mazzini.
Ma al minuto 40 sull’unica azione d’attacco della Reggiana, l’attaccante frutti, approfitta della difesa allegra delle aquile, per fare un gran gol con una girata di destro sotto l’incrocio.
Sembrava veramente che il sogno fosse finito e che per il seocndo anno di fila ci si dovesse giocare la promozione in A in uno spareggio, stavolta contro il Varese che ci aveva battuto sia all’andata sia al ritorno.
Invece su un cross dalla destra, capitan Improta riceve la palla sul dischetto del rigore battendo il portiere della Reggiana Piccoli.
Era il minuto 89 e stavolta era veramente Serie A, non esistendo recuperi enormi e quando l’arbitro Menegali di Roma decretò la fine dell’incontro iniziò la grande festa sia allo stadio Mirabello sia lungo le strade del capoluogo.