L’11 giugno 1978 rappresenta una data storica per i colori giallorossi. Infatti, quel giorno, davanti ad uno stadio gremito in ogni ordine di posto, battendo il Como per 1-0 gli uomini allenati da Giorgio Sereni, allenatore arrivato a Catanzaro fra mugugni vari, furono promossi in serie A come secondi classificati con 44 punti gli stessi dell’Avellino in un campionato dominato dall’Ascoli di Mimmo Renna con ben 61 punti.
Parlare della partita vinta contro il Como sarebbe riduttivo perché c’è da segnalare nella stessa il gol di O’ Rey dopo 4 minuti.
L’11 giallorosso partendo dalla tre quarti avversaria ed entrato in area fulminò il portiere comasco William Vecchi con un bolide centrale che il pipelet dei comaschi non riuscì a trattenere.
Grazie a questo gol, O’ Rey potè festeggiare il titolo di capocannoniere con 18 reti con 32 presenze.
Con quel caldo e con il Como già retrocesso, i trentamila dello stadio Militare aspettavano con ansia il triplice fischio dell’arbitro Rosario Lo Bello per poter finalmente festeggiare, anche se alle aquile bastava un punto per essere promossi.
A fine partita, il popolo giallorosso si riversò per le strade a festeggiare fino a tarda notte.
Si trattò di un campionato duro e difficile in quanto le squadre che ambivano alla promozione erano tantissime e, infatti, l’equilibrio fu il comune denominatore di quel campionato che escluso l’Ascoli vedeva tutte le domeniche battagliare le varie squadre con risultati assolutamente mai scontati.
Si pensi che tra Catanzaro e Como la differenza nella classifica finale fu solo di 13 punti.
Nel calcio mercato arrivarono un portiere Ruggero Casari dal Crotone, tre difensori Massimo Arrighi, terzino o stopper dal Varese, Manlio Zanini, fluidificante di sinistra. dal Vicenza e in ultimo Giuliano Groppi, stopper dall’Udinsese (il quale avrebbe dovuto sostituire Claudio Ranieri che non voleva rinnovare il contratto) e due attaccanti Fabio Borzoni (centravanti di manovra) dal Parma e Renzo Rossi (punta vera) dalla Lazio.
Dalla squadra retrocessa non facevano più parte della rosa: Ubaldo Novembre, il secondo portiere, Fausto Silipo difensore, Roberto Vichi libero, Paolino Braca, Luigi Boccolini e Giorgio Vignando centrocampisti, Giannantonio Sperotto e Pietro Michesi, attaccanti, oltre che l’allenatore Gianno Di Marzio.
Quindi, il presidente Ceravolo si affidava a giocatori della vecchia guardia: Giorgio Pellizzaro, portiere, Ginone Maldera Alberto Arbitrio, Enrico Nicolini, Gianni Importa a centrocampo, Adriano Banelli, jolly, Pieraldo Nemo e Massimo Palnca in avanti, cui si aggiungevano giovani di belle speranze come Mauro Pierelli difensore, Maurizio Raise a centrocampo e Santino Mondello in attacco; della rosa faceva parte anche il compianto Sauro Petrini, tornante di destra estroso.
Per quanto riguarda Claudio Ranieri, invece, lo stesso non si accordò sull’ingaggio e per tanto tempo fu ai margini della rosa ed esordirà solo a campionato inoltrato alla giornata n. 13 contro la Cremonese.
L’inizio di campionato fu ottimo con due vittorie a Cesena in zona Cesarini con gol di Renzo Rossi al minuto 88 e al Militare contro la Ternana grazie ad un gol di Groppi su angolo intorno alla mezzora della ripresa.
Ma, la domenica successiva iniziarono le difficoltà: a Modena Sereni schiera in difesa Mauro Pierelli, che non solo commette fallo da rigore, quanto si fa espellere costringendo la squadra in dieci dopo neanche mezzora sotto per 2 a 0.
La partita sembra finita ma all’inizio della ripresa Rossi va in rete, il Modena sfiora più volta il 3-1, ma Palanca alla mezzora ristabilisce la parità.
La squadra non gioca bene e mentre in casa dopo il pareggio col Taranto, Varese e Pistoiese sono sconfitte rispettivamente per 1-0 e 4-2 (3-0 dopo mezzora di gioco), in trasferta la squadra perde ad Avellino e a San Benedetto (quest’ultima grazie ad un arbitraggio disastroso del Sig. Menicucci arbitro sempre contrario ai giallorossi, basta ricordare l’anno precedente a Milano nella sfida salvezza contro il Milan- che concesse in rigore inesistente ai locali).
Poi arrivò il pareggio di Brescia grazie ad un finale pirotecnico con gol di Podavini per il Brescia e Palanca per le aquile, il Catanzaro crollò in casa col Cagliari.
In quella partita mancava Improta, il faro del gioco del Catanzaro, e dopo il vantaggio con gol del solito Palanca i giallorossi furono subito raggiunti da Magherini. A fine primo tempo si fece male Pellizzaro e fu sostituito da Casari il cui impatto fu pessimo e grazie prima a un suo clamoroso errore e in seguito ad un’autorete di Arrighi sotto la Ovest il Catanzaro perse per 3-2 con gol finale di Banelli.
Il cammino degli uomini di Sereni continuò ad essere altalenante con sconfitta a Lecce (1-0) pareggio 2-2 a Monza, pareggio interno con la Cremonese per 1-1, partita in cui esordiva Ranieri e mancava Palanca per influenza -gol del Catanzaro di Santino Mondello, sotto la Est e pareggio nel finale Pardini- con arbitraggio disastroso di Paparesta e soprattutto dei suoi guardalinee che interruppero una serie di contropiedi giallorossi chiamando una serie di fuorigioco inesistenti, mentre fu concesso il gol della Cremonese in posizione dubbia.
Di seguito arrivò la vittoria interna con la Samp per 2-0 (gol di Palanca e Arbitrio), due sconfitte consecutive ad Ascoli per 3-0 e a Reggio Calabria, per squalifica del campo, dopo i tafferugli susseguenti alla partita con la Cremonese, contro il Bari per 3-2 con infortunio a Palanca dopo il gol del momentaneo vantaggio e rigore del 3-3 fallito da Improta.
Dopo l’ennesimo furto arbitrale a Palermo (1-1 con rigore assegnato ai siciliani a tempo scaduto), i giallorossi vinsero due partite di fila 1-0 contro il Rimini (gol di Groppi dopo un rigore fallito da Renzo Rossi) e 2-1 a Como chiudendo il girone di andata con venti punti ad un punto dalla zona promozione, ma sicuramente non era quello che la tifoseria si aspettava.
Il girone di ritorno inizia in maniera deleteria e solo grazie a due vittorie striminzite interne per 1-0 contro il Modena- rete di Renzo Rossi- e l’Avellino (quest’ultima sotto una pioggia torrenziale) gol di Banelli, di testa, sotto la Ovest dopo pochi minuti di gioco e difesa ad oltranza, con Pellizzaro protagonista assoluto con parate straordinarie, e due pareggi, uno interno col Cesena per 1-1 e l’altro a Taranto per 0-0, il Catanzaro continuava ad essere nelle zone alte della classifica a due punti dal terzo posto occupato dalla Ternana che nella seconda di ritono aveva battuto al Liberati Improta e compagni per 2-1, mentre alla giornata 25, i giallorossi avevano lasciato le penne a Masnago contro il Varese per 3-1.
Sembra ormai tutto perduto, ma le aquile rimangono imbattute per 7 giornate ed inizia la cavalcata verso la serie A.
La serie inizia contro la Sambenedettese, dopo un bruttissimo primo tempo finito 0-0, in cui s’infortuna Giuliano Groppi, nella ripresa i giallorossi vanno a segno per ben tre volte e vincono per 3-1; nella successiva giornata a Pistoia si vince soffrendo per 2-1, al gol iniziale di Borzoni di testa sugli sviluppi di una punizione dalal tre quarti, rispose Speggiorin per gli arancioni che sfiorarono più volte il vantaggio con Beppe Dossena, ma proprio nel finale un contropiede di Palanca sulla destra, mise in condizione Renzo Rossi di segnare il 2-1.
Dopo il pareggio interno con il Brescia per 1-1 e la vittoria a Cagliari per 2-1 con Nemo e Banelli che sovvertirono nel secondo tempo il vantaggio dei padroni di casa, il Catanzaro si trovò al secondo posto della classifica con 33 punti e con due confronti diretti in casa di fila.
Il primo con il Lecce terzo con 32 punti che i gialorossi dominarono nella ripresa con Palanca mattatore con due gol di splendida fattura (uno su punizione da 30 metri) e gol di Zanini (tutti sotto la Est) intervallati dal gol del Lecce di Beccati, che aveva punito gli uomini di Sereni all’andata.
Il secondo confronto diretto contro il Monza, distanziato di tre punti; fu una partita di autentica sofferenza tanto che nel secondo tempo le cronache raccontano di un battibecco tra Pellizzaro, che incitava i compagni alla vittoria, e Ranieri, che invece si accontentava di un pareggio.
E proprio da quel litigio, le aquile cambiarono marcia e nacque la vittoria giallorossa nel finale grazie ai gol dei gemelli Rossi e Palanca negli utlimi scampoli di partita.
La serie positiva si finì con un pareggio a Cremona per 1-1 con rete di Borzoni che rispose al gol dei grigiorossi di Prandelli (futuro c.t. della Nazionale).
Quindi, a sei giornate dal termine, gli uomini del presidente Ceravolo si attestarono al secondo posto in classifica con 38 punti e quattro punti di vantaggio sull’Avellino quarta in classifica.
Sembrava ormai fatta e invece iniziò una serie nera prooprio nel periodo topico del campionato con due sconfitte consecutive a Genova con la Samp e in casa con l’Ascoli entrambi per 2-1 di Palanca entrambi i gol e un pareggio striminzito a Bari con gol di Banelli nel finale, quando si paventava la terza sconfitta consecutiva.
A questo punto il vantaggio giallorosso in classifica si era annullato e la partita col Palermo era decisiva e le aquile grazie al ritorno di Palanca vinsero per 3-1 dominando i rosanero (due reti di Palanca e una di Rossi, intervallate da un gol di Magistrelli), ritornarono secondi da soli in classifica.
Il pareggioper 0-0 gia scritto a Rimini con i romagnoli, in quanto agli stessi bastava un pari per salvarsi e la vittoria col Como già descritto fecero gridare al popolo giallorosso per l’ultima volta SI VA SI VA SI VA IN SERIE A.