In quest’ultimi giorni, dopo il consiglio federale dello scorso 20 maggio, Serie A, B e C stanno programmando la ripartenza. Quest’ultima, per continuare a contenere il contagio, non prevederà la partecipazione attiva del pubblico allo stadio. Una decisione che, con molte probabilità, verrà protratta almeno fino alle prime giornate della prossima stagione.
I tifosi sono l’anima del calcio
Al netto delle decisioni prese, non si può non pensare ai tifosi come l’anima del calcio. Per di più, quest’ultimi, nella maggior parte dei casi, spostano gli equilibri. Ciò perché, con uno stadio pieno di supporters pronti ad incitare i propri beniamini, cambiano anche le emozioni, positive e negative, provate dai calciatori. E, nonostante quest’ultimi siano dei professionisti, il calore del pubblico gli da sempre e comunque quel quid in più. Perciò, pensare ad un calcio giocato in stadi vuoti non può che fare tanta tristezza.
Le società ne risentiranno a livello economico
Giocare a porte chiuse, dopo un lungo stop, non sarà facile nemmeno dal punto di vista delle società. Quest’ultime risentiranno in maniera importante del deficit economico dovuto all’assenza di pubblico. Per di più perché, soprattutto nelle serie minori dove i contributi scarseggiano, si registreranno soltanto perdite. Per tale motivo, probabilmente, sarebbe stato opportuno sospendere definitivamente tutti i campionati e programmare con criterio la prossima stagione.
La salute viene prima della passione
Nel pieno di un’emergenza sanitaria, le decisioni prese devono tutelare la salute dei cittadini. E, per tale motivo, non è comunque possibile pensare che possa prevalere la passione. Quindi, nonostante faccia male venire privati di un proprio diritto, bisogna pensare prima al proprio e all’altrui bene.
Perché gli stadi rimarranno chiusi e, invece, cinema e teatri potranno riaprire dal 15 giugno?
Quest’ultimo è un quesito al quale facciamo difficoltà a rispondere perché, nonostante cinema e teatri siano luoghi chiusi, i protocolli sono stati sviluppati e per gli stadi ancora non c’è nulla di programmato. L’unica cosa che si può dire è che, probabilmente, negli stadi è necessaria molta più attenzione e serve più tempo per andare a studiare tutte le strategie anticontagio possibili.