La Formula 1, soprattutto negli ultimi anni, ha visto la crescita esponenziale della Mercedes, ai danni di una Ferrari volenterosa ma non sempre in grado di tenere il passo. Sicuramente, però, nessuno si sarebbe mai immaginato un tracollo così inspiegabilmente repentino della scuderia italiana. Invece, dopo qualche prestazione sottotono nelle ultime settimane, la Rossa di Maranello ha toccato il fondo nel GP del Belgio, arrivando al traguardo, con le due monoposto, in 13° e 14° posizione.
Inspiegabili le giustificazioni del team principal della Ferrari
Al termine della gara, il team principal della Ferrari, Mattia Binotto, invece di trovare una giustificazione plausibile a tale risultato, ha preferito glissare con un “non siamo in crisi”. Eppure, a tutto il mondo, la prestazione di Spa delle rosse ha detto il contrario. Tutto ciò, denota il fatto che, sicuramente, c’è tanta confusione e si fatica a trovare una risposta ai problemi. È naturale che, però, negare l’evidenza può solo fare del male all’orgoglio dei tifosi italiani.
La frustrazione dei piloti a fine gara ferisce tutti coloro che lavorano per rendere la macchina competitiva
A volte, si crede che i meccanici della Ferrari siano delle macchine ma, fortunatamente, non è così. Quegli uomini che, in televisione, vediamo con il casco ed i guanti solo nei pit-stop, durante la stagione, fanno dei sacrifici immani. Per di più, sacrificano principalmente i propri affetti ed è ingiusto sentirli offendere, anche solo per frustrazione, da un pilota a fine gara. La colpa, però, è giusto sottolinearlo, non è di chi guida la monoposto ma di chi non è capace di fare uno scatto d’orgoglio per rendere fruttuoso il lavoro degli “invisibili”.
Le gare italiane il vero crocevia della stagione
Se davvero, come dice Binotto, questo non è il vero livello della SF1000, lo scopriremo nelle gare italiane. Per di più, Monza ed il Mugello faranno da crocevia per questa e, probabilmente, per la prossima stagione. Perciò, sarà indispensabile fare qualche passo in avanti e cercare, almeno nella propria nazione, di salvare la faccia per se stessi e per i tifosi.