Si interrompe in Semifinale il sogno dell’Ecosistem Catanzaro, che deve arrendersi ad un Catania oggettivamente più attrezzato e che punta spedito alla conquista dello scudetto, dovendo incontrare domani pomeriggio, sempre sulla sabbia amica, la Sambenedettese, che nel pomeriggio ha strapazzato il Terracina. Il team della famiglia Procopio e di Rocco Aversa esce sconfitto a testa alta, guadagnando elogi e ammirazione per aver condotto un percorso affidandosi unicamente a talenti calabresi e non a fenomeni del beach soccer di altre nazionalità, fattore preponderante degli etnei, imbottiti di stranieri militanti nelle proprie nazionali. Le Final Eight di Serie AON di Catania hanno regalato emozioni indelebili al gruppo di Tonino Aloi. Emozioni destinate a non finire qui, poiché i giallorossi domani pomeriggio (alle 16.30) saranno chiamati a difendere la medaglia di bronzo, nella finale per il terzo posto contro il Terracina.
Eppure, il match andato in scena oggi ha visto il sorprendente avvio dell’Ecosistem che, nel giro di una manciata di secondo dopo il calcio d’inizio, si porta addirittura sullo 0-2 per effetto delle reti di Scalese (che capitalizza un pasticcio tra Eudin ed il portiere catanese Paterniti) e capitan Staffa, la cui conclusione lascia di sasso l’estremo difensore di casa. Ma il Catania di Fabio Costa non è squadra che si annichilisce e, nonostante i due schiaffi imprevisti, impiega pochi minuti per destarsi ed entrare in gioco: prima Fred (di testa) poi Stankovic (con una rovesciata strabiliante) annullano il vantaggio delle Aquile. Nessun contraccolpo psicologico per l’Ecosistem, che gioca con la leggerezza mentale di chi non ha niente da perdere, sebbene i muscoli siano provati dalla dispendiosissima partita vinta ai rigori con la Lazio il giorno prima, alle 14.00, con quasi 40° percepiti. Ed è questo ad incidere fatalmente (insieme alla mancanza di un numero adeguato di cambi da far ruotare), perché alla lunga il Catania si impossessa del campo: Palmacci e Fred, sempre in rovesciata ed in rapida successione, chiudono il primo tempo sul 4-2.
Il Catanzaro però è vivo e indomito e non vuole proprio andare al tappeto: Percia Montani sfrutta di un controllo errato di Eudin e segna il 4-3; successivamente Mascaro si invola in rimessa e fulmina Spada. Sull’altro fronte, Tony Piazza compie un doppio intervento, sullo svizzero Ott (che si rivelerà determinante) e su Stankovic. Il preludio al vantaggio etneo, che arriva con una punizione di Ott, imparabile. Saltano gli equilibri ed il Catania dilaga: splendida sponda di Palmacci per Ott che segna nuovamente, prima che Zurlo (figlio del quartiere Pontepiccolo di Catanzaro), realizzi il 7-4.
Nel terzo tempo il Catania gestisce, seppur il Catanzaro provi a rialzarsi, tentando qualche attacco con la forza dell’orgoglio. Hot corregge con una rovesciata sotto porta, un tiro sporco di Palazzolo, mettendo le distanze al sicuro. Galeano para su Palmacci, il quale segna poco dopo. Eccezionale Paterniti che para un rigore a Scalese, opponendosi anche alla ribattuta. Così, la coppia catanzarese Corosiniti-Zurlo confeziona il 10-4 (con la rete di quest’ultimo), mentre Fred realizza l’11-4. Gloria per l’ex De Masi che realizza il gol dell’11-5 su rigore, rendendo il passivo meno pesante. Festa catanese, che domani avrà l’imperdibile occasione di “vendicare” la finale dello scorso anno, trovando ancora la Sambenedettese in finale. Il Catanzaro proverà a chiudere il torneo con un terzo posto – che sarebbe storico – contro il Terracina. Da questa sconfitta, l’Ecosistem ha una visione più precisa di sé: la dimensione di una grande squadra. L’Ecosistem ha imparato a sognare.