Alla “DomusBet Arena” di Catania, la Finale per il terzo e quarto posto fa da prologo alla più “succulenta” finalissima tra i padroni di casa etnei e la Sambenedettese, per il titolo di Campione d’Italia 2018. Definire quella tra Terracina ed Ecosistem Catanzaro una “finalina” che sa di “brodino riscaldato” è un insulto al valore di due squadre che hanno recitato un ruolo tra le protagoniste per il tutto il campionato di Serie AON, pur dovendosi arrendere, ieri, alle semifinali delle Final Eight.
Reduci da una due giorni intensissima, le due squadre si presentano con la voglia di ottenere la soddisfazione della medaglia di bronzo e per questo si affrontano con immutato ardore, sulla sabbia sicula. Orfano di capitan Staffa, out per il riacutizzarsi di un fastidio, mister Tonino Aloi disegna il quintetto di partenza con Galeano, Morabito, De Masi, Scalese e Percia Montani. Il Terracina parte con maggiore determinazione, rendendosi pericoloso quando accelera (Duarte e Frainetti sfiorano il gol), sebbene in difesa qualcosa inizi già a scricchiolare. Il vantaggio arriva con Borelli su rigore, mentre Carotenuto e Alla steccano il bis. L’Ecosistem trova il gol con Percia Montani, che supera in velocità Carotenuto e buca Elliot per l’1-1 che dura poco, in quanto Alla intercetta un retropassaggio corto e sigla il 2-1. Catanzaro vicinissimo al pareggio, prima dell’intervallo.
Si apre la ripresa e direttamente da schema su calcio d’inizio, Lucas Duarte sfodera la bordata del 3-1. Gli uomini di Aloi non intendono mettersi all’angolo e incassare, così rialzano la testa: la partita si vivacizza di colpo, Scalese accorcia le distanze sfruttando un’ingenuità dei Terranova, fuori posizione in occasione di una rimessa laterale. Ancora il brasiliano Duarte illumina per il connazionale Anderson Wesley (ex Flamengo) ed è 4-2. La retroguardia del Terracina si conferma disattenta e traballante: prima Percia Montani la porta sul 3-4, poi Errigo pareggia, il tutto in una manciata di secondi. Gli uomini di Angelo D’Amico accusano il colpo e nonostante le occasioni per Duarte e Borelli, Scalese concretizza la rimonta, su una punizione. Il Catanzaro mette il turbo ed il delizioso pallonetto di Errigo vale il 4-6. Duarte accorcia le distanze, con un altro tiro libero, in chiusura, prima di centrare il palo.
Una strepitosa rovesciata di Alla, in apertura di terzo tempo, ristabilisce la parità; successivamente, sempre Alla, si esibisce in un’altra acrobazia ed effettua il contro-sorpasso: 7-6. Le squadre si allungano, la stanchezza si fa sentire. Chance per Borelli e Frainetti, ma è Duarte ad andare a segno. A questo punto l’Ecosistem cede ed il Terracina mette in ghiaccio la sfida, con Wesley, che segna una punizione. Errigo prova a dare vita ad un’altra, velleitaria, scalata, ma una spettacolare sforbiciata di Duarte rimette il parziale sul “+3”. Mascaro devia un tiro di Morabito (capitano designato), per il 10-8. Proprio sulla sirena, Carocci trova gloria, fissando il risultato finale sull’11-8. Terzo posto al Terracina, l’Ecosistem Catanzaro della famiglia Procopio e Rocco Aversa, saluta la stagione con un risultato veramente importante, ottenendo una quarta posizione che suggella il lavoro di uno staff di professionisti, avvalorato dal team manager Piero Longobardi, dal preparatore atletico Domenico Garcea, dal preparatore dei Portieri Gianfranco Sestito e dal responsabile dell’Academy, Lello Moniaci: una famiglia che ha anteposto a tutto il resto questa causa, nel corso dei mesi, raggiungendo un traguardo che si punta a migliorare nel futuro prossimo. Perché da domani si inizierà a pianificare un 2019 ambizioso.