Se gli inglesi hanno inventato il calcio e i brasiliani lo hanno “perfezionato”, il beach soccer è nato in Italia, precisamente a Catanzaro! Non una boutade, ma un dato di fatto: questo sport affascinante, ormai praticato e seguito in tutto lo Stivale e oltre, deve le sue origini al capoluogo calabrese. Pioniere della disciplina la famiglia Procopio che, quasi per gioco (o per scommessa), circa vent’anni fa, ha dato vita ad una creatura destinata a prendere corpo e muoversi lungo le spiagge del Paese, al punto di fungere da esempio per le altre realtà che, ad oggi, compongono la Serie A.
Club come il Catania, per esempio, hanno raggiunto nel tempo traguardi e trofei che l’hanno reso come il “Brasile del beach soccer”. Quasi un vero e proprio predominio che fa degli etnei, ogni anno, la squadra candidata alla vittoria del campionato. La Lega Nazionale Dilettanti e gli atleti tutti, però, non possono non riconoscere in Catanzaro la sorgente vitale del “calcio in spiaggia”, più volte enunciata dagli addetti ai lavori. Un’annata che ha visto, nuovamente, la compagine giallorossa scalare la vetta della Serie AON, fino ad un ottimo quarto posto finale. Se la Catanzaro sportiva è ritornata ai vertici nazionali, lo deve alla famiglia Procopio e a Rocco Aversa di Ecosistem, per il lavoro in fase progettuale all’alba della stagione, volto ad allestire un organico di valore, di uomini veri prima di tutto e di atleti con sangue calabrese nelle vene.
Una settimana dopo la chiusura del sipario, si è esposto Francesco Procopio, fondatore del club, per tracciare un bilancio di questo 2018 soddisfacente e per rivolgere il suo personale ringraziamento: <<Per impegni legati alla mia attività ho dovuto delegare altri delle mie funzioni, ma sento questo “giocattolo” mio e lo tutelerò insieme alla mia famiglia. Sono fiero di aver centrato le Final Eight, ben figurando, sebbene fossimo già arrivati in Semifinale in passato, per più anni consecutivi. Ma alla luce dei sacrifici incontrati durante il percorso, questo risultato ha un sapore diverso e mi gratifica>>.
Defilato dal campo, per impegni lavorativi che lo hanno portato a non presenziare al fianco della squadra tappa dopo tappa, Procopio offre un’analisi lucida e razionale: <<I ragazzi hanno dato il massimo e, vista l’intelaiatura di altre compagini strutturate per lo scudetto, hanno fatto tutto ciò che era nelle loro possibilità. Per vincere il titolo occorrono delle componenti (economiche e strutturali) di cui al momento non disponiamo. Il nostro diktat, però, resta quello di valorizzare i talenti di casa nostra (come fatto in passato con Zurlo e Corosiniti, volati verso la Nazionale) e quando vinceremo, avverrà grazie ai frutti della nostra terra>>.
Orgoglioso del suo team, elogiando mister Tonino Aloi e il preparatore atletico, Domenico Garcea, Francesco Procopio si proietta (con cautela e saggezza) al futuro: <<Avere consapevolezza dei propri limiti, è la base per migliorarli. Con voglia di sacrificarsi, la squadra si è messa a disposizione di mister Aloi, persona perbene che ha dato motivazione, consentendo ai calciatori di esprimersi al meglio del proprio potenziale – osserva-. Abbiamo un’ossatura di giocatori e tecnici esperti. Il livello di maturità eguagliato da un gruppo umile e affiatato come il nostro, deve farci capire che siamo pronti per lo “step” successivo – dice Procopio, lasciando trapelare le proprie legittime ambizioni-. Ovviamente, quanto fatto fino ad ora, non sarebbe stato possibile senza il supporto di Rocco Aversa, uno di famiglia>>.
<<Sono contento che nelle tv nazionali venga evidenziato che siamo stati noi, vent’anni fa, a far nascere il beach soccer – continua-. Questa squadra rappresenta per me una ragione di vita, perciò ho voluto circondarmi da persone perbene ed educate che avessero a cuore questa realtà, ancor prima che professionisti. Ringrazio il team manager Piero Longobardi, che negli anni ha dimostrato attaccamento e disponibilità, facendo fare un di qualità alla squadra, verso la quale si pone con affetto fraterno. Ringrazio anche il preparatore dei portieri Gianfranco Sestito ed il responsabile dell’Academy Lello Moniaci. Ecco, su queste fondamenta e sull’inserimento di altre pedine, si potrebbe sviluppare il progetto>>. Insomma, l’Ecosistem ha rinsaldato la cultura verso questo sport, introdotta da Francesco Procopio a fine anni ’90: sarebbe essenziale instaurare una sinergia tra partner, per diventare grandi insieme e portare sempre più in alto il nome di Catanzaro.