Un match sotto tono: Catanzaro e Frosinone bloccati sullo 0-0

Catanzaro Frosinone
Catanzaro Frosinone

CATANZARO-FROSINONE 0-0

CATANZARO (3-5-2): Pigliacelli; Brighenti, Scognamillo, Bonini; Cassandro (1’st Brignola), Koutsoupias, Pontisso (40’st Biasci), Pagano (22’st Petriccione), Compagnon (22’st D’Alessandro); Iemmello, La Mantia (13’st Pittarello). All.: Caserta. A disp: Dini, Turicchia, Antonini, Ceresoli, Seck, Buso, Coulibaly.

FROSINONE (3-5-2): Cerofolini; Monterisi, Biraschi, Bracaglia; Oyono A, Barcella, Cichella (25’st Darboe), Vural (25’st Garritano), Marchizza; Kvernadze (41’st Ambrosino), Canotto (15’st Sene). All. Greco. A disp: Sorrentino, Ghedjemis, Begic, Gelli, Bettella, Oyono J, Szyminsky, Lusuardi.

Arbitro Simone Sozza di Seregno

Finisce 0-0 tra Catanzaro e Frosinone al termine di una partita battagliata, ma nel complesso brutta, con un Frosinone ben messo in campo dall’allenatore Greco e un Catanzaro schierato con il consueto modulo 3-5-2. In questa formazione, Pagano, Compagnon e La Mantia sono partiti dal primo minuto, sostituendo Coulibaly, D’Alessandro e Biasci, mentre Antonini è rimasto completamente in ombra nonostante fosse la terza partita in una settimana.

Greco, invece, ha rinunciato anche ad Ambrosino, applaudito quando, al minuto 87, il suo tecnico lo ha schierato in campo, giocando praticamente senza attacco, viste anche le assenze degli infortunati Partipilo, Tsadjou e Pecorino.

Il Catanzaro parte discretamente, ma le prime occasioni da gol sono per gli ospiti: un tiro di Canotto termina fuori, e un’azione dell’ex Reggina viene fermata da Pigliacelli in angolo; c’è anche un colpo di testa di Marchizza che finisce fuori di pochissimo. I giallorossi cercano di imbastire attacchi che risultano sterili e inconcludenti, con Cassandro da una parte e Pagano dall’altra a non azzeccare il colpo. Iemmello, approfittando di uno scivolone di Monterisi, si invola, ma il suo tiro centrale viene respinto da Cerofolini, nell’unico squillo delle aquile nel primo tempo. Kvernadze si incunea in area, ma Pigliacelli salva smanacciando il tiro.

Il primo tempo si chiude con il punteggio ad occhiali.

Inizia il secondo tempo con un cambio tutto offensivo: fuori Cassandro, dentro per la prima volta nell’anno Brignola, che ha un discreto impatto sulla partita, portando vivacità. Un colpo di testa di Scognamillo finisce sull’esterno della rete su angolo proprio di Brignola; poco dopo ci prova Compagnon con un tiro che sfiora il montante alla destra di Cerofolini.

Su un’altra incursione di Brignola, La Mantia avrebbe la palla buona, ma invece di calciare di sinistro, prova l’impatto di esterno destro e la palla viene deviata in angolo dalla difesa. Nell’occasione, l’attaccante giallorosso si infortuna e viene sostituito da Pittarello, il cui ingresso risulta evanescente.

Nel frattempo, Pagano continua a non trovare la giocata giusta e Caserta lo sostituisce con Petriccione; entra anche D’Alessandro al posto di Compagnon. Viene schierato Biasci al posto di Pontisso, ma mancano solo 5 minuti per incidere. C’è una punizione dal limite che Iemmello tira, e la barriera devia di poco in angolo; Pigliacelli salva anche a recupero scaduto su un’azione confusa in area giallorossa.

Finisce 0-0 al termine di una partita combattuta, ma mal interpretata e giocata ancora peggio dai giallorossi, che sono stati assolutamente inconcludenti, se non dopo qualche azione sporadica.

A questo punto ci poniamo alcune domande:

  • Eravamo alla terza partita; perché non cercare di far giocare qualcuno come Antonini, Biasci (titolari fino a qualche partita fa), Turicchia (nazionale under 21) e soprattutto Coulibaly a centrocampo, visto che eravamo contati? Si sarebbe potuto dare un po’ di riposo a Brighenti, La Mantia, Cassandro e Pontisso.
  • Qual è il ruolo di Iemmello in questa squadra? È l’unico capace di far male agli avversari, ma con questo tipo di gioco arriva stremato al momento di concludere.

Vorrei ricordare al sig. Caserta che pareggiando certe partite non si va da nessuna parte, e oggi, per fortuna, si è pareggiato, visto che alla fine si poteva anche perdere.

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