US Catanzaro: piccola cronistoria di semifinali vinte

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PIETRO IEMMELLO US CATANZARO

Dopo l’ultimo galoppo in quel di Veronello, contro il Mantova, finito 4 a 2 per i giallorossi con reti di Iemmello, Vandeputte, Tentadini e Bjarksason, si attende di conoscere venerdì 13 maggio l’avversaria che verrà fuori dalle urne per il quarto di finale dei play-off con gara di andata in trasferta, prevista per il 17 maggio, con ritorno al Ceravolo sabato 21.

Al di là dell’avversaria, tutti i tifosi giallorossi sanno quanto alle aquile siano indigesti i play-off – 4 vittorie (tre nello stesso campionato 2009/2010 con Auteri allenatore) 12 pareggi, 9 sconfitte-, con 4 qualificazioni e 10 eliminazioni senza nessuna promozione-   eppure qualcosa di buono negli stessi è accaduto se è vero come è vero che i giallorossi hanno giocato tre finali play-off e quindi per arrivare alla stessa, avranno pur vinto la semifinale.

Ed è proprio da queste effimere soddisfazioni che bisogna partire squadra e ambiente per ottenere il massimo.

Nel campionato di serie C2 2000/2001, allenatore Agatino Cuttone e presidente Giovanni Mancuso, grazie ad un campionato eccellente fatto di bel gioco con sole 5 sconfitte con un terzo posto inaspettato, con 54 punti ottenuti, le aquile si giocarono la semifinale contro il Campania Puteolana,

L’andata si giocò sul neutro di Benevento lunedì 28 maggio 2001 con i giallorossi che impattarono tranquillamente 0-0 senza concedere molto ma senza creare nulla, il ritorno al Ceravolo doveva essere una formalità e invece fu un’autentica sofferenza con uno 0-0 alquanto sofferto.

Con questo doppio pari il Catanzaro giocava la finale da favorita contro il Sora e invece… .

Era il Catanzaro della coppia Lugnan, Di Corcia in attacco, con Joe Kamara pronto a subentrare e l’altra punta Gragnaniello che realizzava gol importanti.

Tre anni dopo la storia si ripeteva, sempre in C2, il Catanzaro allenato da Mister Franco Delli Santi e con proprietà Poggi e Parente, arrivò dopo un tribolato girone di andata, grazie alle vicissitudini societarie, arrivò quarto in campionato con ben 56 punti, con sole sei sconfitte.

La Nocerina arrivata terza con 57 punti sarebbe stata l’avversaria delle aquile: in campionato a Nocera Inferiore era finita 0-0, mentre al Ceravolo, in piena bagarre societaria con giocatori in procinto di andare via, finì 2-2.

Il 25 maggio i rossoneri arrivarono al Ceravolo – con stadio esaurito al limite della capienza – con almeno 800 sostenitori al seguito e visto il gemellaggio tra le due tifoserie filò tutto liscio e come in campionato la fece da padrone l’equilibrio con il risultato ad occhiali, dopo una partita molto bella e tirata, e con una traversa per parte Ferrigno per il Catanzaro e Belmonte per la Nocerina.

L’uno giorno a Nocera Inferiore si giocò il ritorno, con il Catanzaro obbligato a vincere e Ferrigno dopo 17 minuti diede il vantaggio ai giallorossi che dopo atroci sofferenze riuscirono a portare in porto la qualificazione alla finale.

Era il Catanzaro che stava gettando le basi per il futuro con Ferrigno, Alfieri, Toledo, Pastore tanto per citare coloro che l’anno successivo fecero l’impresa di portare i giallorossi in Serie B.

Poi ci fu la finale con l’Acireale…….. che poi è risultata inutile visto che sia i siciliani vincitori sia il Catanzaro, per via del fallimento del Cosenza, salirono in serie C1.

Dopo anni di anonimato, e una semifinale play-off persa l’anno prima contro il Pescina, il Catanzaro, grazie ad un campionato condotto alla grande con mister Gaetano Auteri in panchina e con presidente Antonio Aiello, si piazzò secondo in campionato, alle spalle della Juve Stabia, con ben 69 punti frutto di 22 vittorie 6 pareggi e sei sconfitte.

Una squadra costruita sulle ceneri di quella dell’anno precedente e tra lo scetticismo generale con Ciccio Corapi inventato da Auteri centrocampista, con un attacco che si rivelò fortissimo con Antonio Montella, e Max Caputo (quest’ultimo fino a gennaio)  reduci dal campionato precedente, ma con le incognite rappresentate dal cosentino Manolo Mosciaro e  l’argentino Lucas Longoni,  in difesa giostravano i confermati Roberto Di Maio e Roberto Gimmelli, e in porta giocava il giovanissimo Alessandro Vono.

Le aquile affrontarono in semifinale il Barletta, sul campo pugliese, il 23/05/2010 dominando la partita e andando subito in gol con una punizione di Mosciaro che successivamente prese anche una traversa, nel finale aquile in dieci per espulsione di Ciano, ma vittoria netta e meritata oltre il punteggio.

Il ritorno la domenica successiva, 30 maggio 2010, con uno stadio, che al della Curva Capraro, presentava dei vuoti desolanti, in quanto, nonostante sul campo ci si giocava la finale, il futuro delle aquile era legato ad altri destini.

Comunque Longoni sbrigò subito la pratica, con il Catanzaro mai in sofferenza, andò in finale.

Purtroppo prima della finale, la proprietà non ricapitalizzò il capitale e quindi si andò a Roma contro il Flaminio già perdenti, nonostante i 5.000 tifosi giallorossi presenti sugli spalti.

Un campionato esaltante rovinato da problemi societari gravissimi che si fecero sentire da marzo in poi, dopo che per un buon periodo i giallorossi erano stati in testa alla classifica.

Da questa piccola cronistoria si noterà come il Catanzaro è andato vicinissimo a vincere i play-off e purtroppo per motivi particolari, il vento contro il Sora, e le vicissitudini societarie contro la Cisco Roma, si è usciti sconfitti.