Si chiama, o meglio non si chiama, così un gruppo musicale, costituito da 5 ragazzi, che lo scorso sabato si è esibito al Lido dei Carabinieri di Copanello di Stalettì (CZ).
Quando si dice che il nome crea l’identità della band, si sbaglia di grosso e questi ragazzi ne sono la dimostrazione vivente. Loro, l’identità se la sono costruita grazie ad un’amicizia nata tra i banchi di scuola che li ha portati, quasi per gioco, ad unire le loro capacità musicali. Perciò, il nome risultava superfluo.
La breve storia del gruppo
I cinque ragazzi, di età compresa tra i 16 e i 19 anni, si sono conosciuti grazie ad un progetto, la web tv. Quest’ultimo, ideato dalla loro scuola, l’Istituto di Istruzione Superiore “Enrico Fermi” di Catanzaro Lido, gli ha permesso di conoscersi a fondo e di dare vita ad un’amicizia dai sani principi. Man mano che la conoscenza si è approfondita, Fabio, Giorgia, Niccolò, Nicolò e Roberto, hanno scoperto di avere una passione in comune: la musica. La fortuna ha voluto che tutti suonassero strumenti diversi, da autodidatti, e che uno di loro, Nicolò, cantasse. La cosa che, però, nessuno di loro si sarebbe mai immaginato è che, in soli 20 giorni, potessero mettere su un concerto di quasi 2 ore, da ripetere in due serate, con due scalette composte da brani differenti. Eppure, il risultato è stato più che buono ed il pubblico, abbastanza numeroso, ha gradito la loro performance.
Un esempio positivo per i giovani calabresi
Di questi tempi, si parla troppo spesso di cattive abitudini dei nostri giovani. Quest’ultimo, invece, è un esempio lampante di come, quando anche le istituzioni fanno la loro parte, i ragazzi affrontano la vita in maniera diversa e costruttiva.
Il prossimo obiettivo è dare un nome ai “Senza nome”
Probabilmente, i ragazzi avranno avuto difficoltà ad assegnare un nome alla band anche perché troppo impegnati nelle prove. Il loro prossimo obiettivo, quindi, sarà trovare la denominazione che più gli si addica.
La speranza è che, questo loro “miracolo musicale”, possa aiutarli ad affrontare allo stesso modo le difficoltà della vita e possa essere d’esempio per i coetanei.
Maurizio Ceravolo