Continua il nostro viaggio in Calabria nel mondo delle ferrovie insieme ad un esperto del settore Mimmo Semina, segretario provinciale FAST/CONFSAL.
Per il sindacalista risulta imbarazzante tracciare l’impietoso profilo della tratta F.S. Sibari–Crotone–Catanzaro Lido–Melito Porto Salvo.
«Questa tratta – dichiara – rappresenta la metafora del tempo che si è fermato alla data della sua inaugurazione: 1875. Oggi è un’immagine grottesca e decadente. I presupposti ci sono tutti: armamento modesto, stazioni in uno stato di totale abbandono, materiale rotabile obsoleto, da demolire, tempi di percorrenza elevati.
Tantissimi pendolari per necessità hanno individuato ormai da tempo modalità di trasporto alternative al treno: quali autobus o auto private. Il paradosso è nel riconoscimento unanime della dorsale adriatica e jonica fondamentale dal punto di vista strategico e logistico per il trasporto dei viaggiatori e delle merci anche per il Ministero della Difesa.
Nel tentativo di superare l’imbarazzo della totale emarginazione sociale, politica ed economica, aggravato dalla penosa situazione della SS 106, nel 2017 è stato siglato un protocollo d’intesa tra Ministero dell’Infrastruttura e dei Trasporti, RFI e Regione Calabria. Sono stati stanziati 150 milioni d’investimento per avviare l’elettrificazione e successivamente altri 350 milioni per il rinnovo dell’armamento, la soppressione di numerosi passaggi a livello ed il rinnovamento delle stazioni».
Le ferrovie: bisognava ultimare il lavoro entro il 2022
«Il 30 agosto 2018-prosegue Semina-sono iniziati i lavori con la posa del primo palo LS nella stazione di Corigliano. I lavori per l’elettrificazione della tratta Sibari–Crotone–Catanzaro Lido sarebbero dovuti essere ultimati entro il 2022 e l’inaugurazione nel 2023. Il risultato un clamoroso flop. Addirittura, la palificazione non risulta completata. La realizzazione delle SS Elettriche e della linea aerea pressoché inesistenti. Inoltre, RFI ha previsto interventi strutturali
e tecnologici da completare entro il 2026 precisando che l’intervento di elettrificazione, già finanziato, è stato avviato da Sibari a Catanzaro Lido e fino a Lamezia. Da Catanzaro Lido a Melito P.S. sarebbe in predicato di essere finanziato e da avviare.
Va precisato che di recente numerose interrogazioni parlamentari hanno ribadito la necessità di un rifinanziamento dell’intera opera nell’ambito del Piano Industriale 2022–2031.
Il paradosso più eclatante riguarda da una parte l’esigenza di ammodernamento delle ferrovie tramite elettrificazione e dall’altra la criticità mai risolta del forte dissesto idrogeologico. La sospensione della palificazione in tutte le stazioni e sul territorio in cui ricade la galleria di Cutro testimoniano l’assoluta incertezza operativa.
La galleria di Cutro (lunghezza 2.722 metri) insiste su un territorio complicato. In passato, sono stati realizzati lavori di
consolidamento culminati con la chiusura, nel 2017, di un tratto del percorso da Crotone a Catanzaro Lido. Ancora oggi, d’inverno, le fiumare in piena non danno scampo e pregiudicano puntualmente la stabilità e la sicurezza della linea ferrata. Il raddoppio di questa breve galleria, oltre ad un opportuno collegamento strategico con l’Aeroporto di S. Anna, tramite la deviazione del percorso di tracciato, si sarebbero dovuti realizzare nei decenni trascorsi. Nulla è stato programmato. Nulla è stato realizzato».
Invece nella provincia di Cosenza . . .
«Il confronto con la galleria Santomarco-prosegue-è impietoso. È una galleria lunga 17 km (il totale del percorso è lungo 22,2 km). Il raddoppio è già stato finanziato, nell’ambito del fondo complementare, per un importo di 1,2 miliardi di euro, e senza alcuna necessità di ricorrere al PNRR. Due territori e contesti politici diversificati, quello cosentino ed il crotonese. Rappresentano il dato preoccupante per quello che riguarda le ferrovie che in Calabria si procede in un ammodernamento “schizofrenico”, a più velocità.
È completamente avulsa da una programmazione politica, economica e tecnica sinergica ed omogenea al fine di consentire un simultaneo ed organico sviluppo su tutto il territorio della nostra Regione. Gli utenti utilizzano il trasporto su rotaia a 360°. Non comprendono e non giustificano tratte di arretratezza
vergognosa, discriminante e persistente rispetto ad altre più evolute ed ammodernate. Il reale progresso-conclude Semina- passa attraverso irrinunciabili presupposti di sviluppo organico e solidale. Non esiste alternativa».