Il candidato sindaco del centrosinistra per il capoluogo lancia nuovamente l’allarme sulla vicenda che coinvolge Sacal e Regione: «Si rischia ulteriore spoliazione e maggiore isolamento della città»
CATANZARO – «C’è in atto un tentativo, per nulla nascosto, di indebolire l’aeroporto di Lamezia Terme e dunque l’asse di sviluppo con Catanzaro. L’unico aeroporto internazionale della nostra regione, l’unica infrastruttura che ci collega al resto del mondo è al centro di una guerra che porterà al suo definitivo impoverimento». È quanto dichiara Nicola Fiorita, candidato a sindaco di Catanzaro per il centrosinistra, in merito alle vicende che vedono coinvolte Sacal e la Regione Calabria dopo che quest’ultima ha perso il controllo dell’azienda che gestisce i tre aeroporti calabresi.
«Una scelta politica deliberata, quella di Occhiuto, che viene attuata giorno dopo giorno nel silenzio complice e con la connivenza del centrodestra catanzarese – prosegue Fiorita -. Se, come pare, c’è la forte intenzione di far crescere l’aeroporto dello Stretto, va benissimo, purché non avvenga a discapito dell’area centrale della Calabria e soprattutto di Catanzaro. L’unico sviluppo per la nostra regione passa dalla crescita dell’intero sistema regionale, non di alcuni suoi pezzi a scapito di altri. L’aeroporto dell’istmo non solo è fondamentale per tutta la regione perché baricentrico, ma è vitale per Catanzaro e per tutta la fascia ionica, dopo che incapacità manageriale e politica negli anni hanno determinato il vuoto nell’aeroporto di Crotone e gli immensi ritardi sullo sviluppo delle linee viarie e ferroviarie ioniche».
Al centro dell’analisi e dell’allarme di Fiorita c’è quindi il ruolo istituzionale e politico che Catanzaro riveste nell’attuale panorama regionale: «Tutto ciò è l’emblema, anche, dello scarso peso politico che Catanzaro ha avuto negli ultimi anni, nonostante più di qualcuno si battesse il petto annunciando barricate, mai fatte, per difendere la città dalla spoliazione e dall’isolamento. Spoliazione e isolamento sono oggi una realtà che domani potrebbe essere ancora più drammatica».