CATANZARO, 2 GIUGNO 2017 – La prima puntata della stagione estiva ha raccontato proprio i migliori locali calabresi. Un progetto televisivo sostenuto dalla Calabria Film Commission: “Siamo lieti di aver ospitato e sostenuto una puntata di una trasmissione di grande successo – commenta il Presidente della Calabria Film Commission, Giuseppe Citrigno – si tratta di un format che sposa a pieno la nostra mission: valorizzare il territorio, far conoscere la nostre splendide location e la cultura di una terra dall’immense potenzialità”.
Ieri, 1 giugno su Sky Uno alle 21:15 il debutto. Si è trattato del primo degli otto episodi della stagione estiva, che vedono lo chef continuare il suo tour gastronomico in località molto rinomate per le vacanze, sia in Italia che all’estero. Nella prima puntata dell’edizione estiva dello show di Sky Uno, in onda tutti i giovedì a partire dal primo giugno alle 21:15, lo chef giramondo è stato alle prese con la cucina piccante della regione, tra piatti di pesce e ‘nduja in gran quantità.
Si è partito dal “Ristorante da Aquino”, a Cropani Marina, dove lo chef Orazio non intende certo risparmiare sul condimento: ravioli di stocco e ‘nduja e bocconcini di tonno e guanciale piccante sono i suoi cavalli di battaglia, la “sardella pirottana” il suo asso nella manica.
A “Le ricchezze del mare” di Squillace, a farla da padrone è il baccalà, che la cuoca Caterina cucina in tutte le salse (ma soprattutto alla diavola) e infila praticamente dappertutto, dal sugo per la pasta al “morzeddhu”, un piatto che nella versione originaria si fa con la trippa e le frattaglie bovine.
Un salto nell’entroterra ha portato Borghese a Simeri Chrichi, dove l’ ”Agriturismo Petrara” punta alla riscoperta dei sapori autentici della tradizione, con la “pasta dei poveri” (ricca però di ‘nduja e fonduta di caciocavallo) e il tortello di soffritto. Il titolare, Antonio, ama a tal punto il peperoncino da metterlo anche nei dolci, come capita nella “crostata scomposta” a base di mele e cannella.
A due passi dalla spiaggia di Le Castella (Crotone), c’è invece il ristorante “L’Aragonese”: qui il peperoncino arriva dall’orto nel retro e per leggere il menù ci sarebbe bisogno di un traduttore locale. Meglio allora non scegliere e farsi portare i “cannarozzeddri cca siccia”, i “gamberoni ammucciati” e la “seppia arrighineddrata”, tutti insieme. E, dopo pranzo, aspettare un bel po’ prima di fare il bagno.
Il meccanismo del programma è sempre lo stesso: quattro i concorrenti in gara, ognuno invita a turno gli altri tre e Borghese nel proprio ristorante. Il voto dei commensali (da 1 a 10), non riguarda soltanto le portate, ma anche la location (originalità nell’allestimento ed eleganza degli arredi), il servizio al tavolo e il rapporto qualità prezzo del menù proposto.
Grazie alla passione di proprietari e al loro menù tutto a base di baccalà, ad aggiudicarsi la palma di miglior cucina “piccante” sono stati i proprietari del ristorante “Le Terre del mare” di Squillace.
“ ‘Le ricchezze del mare‘ rappresenta un vanto per la nostra comunità”. A dirlo, con profonda convinzione, è l’assessore alla Cultura di Squillace Giusy Ciciarello, che ha aggiunto: “Con gli operatori del settore abbiamo i medesimi obiettivi da raggiungere. Una ristorazione sana e genuina che contribuisca allo sviluppo del territorio”.
La Ciciarello inoltre si congratula con i gestori per la vittoria: “Se la sono meritata, in quanto sono dei professionisti del settore che fanno questo lavoro con amore e dedizione”.
Nella foto di Copertina: i titolari del Ristorante “Le ricchezze del mare” di Squillace e l’assessore alla cultura Giusy Ciciarello