Tra le attitudini per cui gli italiani sono piuttosto rinomati nel mondo ce n’è una che può essere considerata un vanto più delle altre. I nostri concittadini, infatti, non sono solo grandi chef, inventori, scienziati e sportivi. Bensì sono soprattutto grandi donatori. La generosità non manca in nessuna parte del Paese, per quanto ci siano alcune differenze a livello locale e regionale come si legge in questo recente articolo. Ma fare del bene non è solo conveniente per il proprio spirito, bensì anche per il proprio portafogli, in quanto lo Stato italiano garantisce ai donatori degli sgravi fiscali, che consentono di recuperare parte delle donazioni effettuate ogni anno. Questo vale sia per le singole persone che per le aziende. Come funziona è presto detto.
Agevolazioni fiscali per le aziende
Esistono diverse realtà imprenditoriali italiane che hanno un occhio di riguardo nei confronti della beneficenza, organizzando raccolte fondi, coinvolgendo i dipendenti e donando parte degli introiti annuali ad associazioni non profit. Ebbene, le aziende più virtuose hanno modo di accedere per questo motivo ad agevolazioni fiscali non indifferenti, che consentono di recuperare parte della propria donazione. Nel dettaglio le imprese possono chiedere di dedurre la cifra donata senza alcun limite, purché si rimanga all’interno del 10% del reddito annuale complessivo dichiarato. Con le nuove norme entrate in vigore nel 2018, infatti, è caduto il tetto dei 70 mila euro massimi detraibili. Altro vantaggio, poi, sta nel poter richiedere la deduzione della parte rimanente nelle dichiarazioni degli anni a seguire, fino al quarto periodo di imposta successivo, qualora quest’ultima superi il tetto del 10% del reddito annuale dichiarato.
Agevolazioni fiscali per i cittadini
Ovviamente, però, non esistono detrazioni e deduzioni solamente riservate ad aziende e imprese che abbiano deciso di donare del denaro in beneficenza. Le agevolazioni, infatti, sono disponibili anche e soprattutto per i singoli cittadini, che possono recuperare qualcosa della cifra devoluta in due diverse modalità. La prima è la deduzione della cifra donata in beneficenza come nel caso delle aziende, ossia senza alcun limite massimo cifra, purché si rimanga nel 10% del reddito che viene dichiarato sul modello prestabilito (che sia 730 o affine). La seconda, invece, è la detrazione della somma versata al 30% su un massimale di 30 mila euro di donazione. Qui, dunque, la percentuale sarà più alta, ma sarà vincolata ad un tetto massimo di euro, pari, come detto a 30000€. Un’eccezione a tale limite è rappresentata dalle organizzazioni di volontariato, le quali possono far applicare a chi decida di fare una donazione verso di loro una detrazione più sostanziosa, pari al 35%, sempre su un tetto massimo di 30 mila euro di donazione. Va da sé che queste operazioni diventano davvero convenienti per coloro che dovessero godere di un reddito annuale netto maggiore ai 30 mila euro. Come nel caso delle imprese, infine, qualora il cittadino decidesse di dedurre la cifra versata in beneficenza, esso potrà chiedere di portare avanti nelle dichiarazioni future quella parte di deduzione che non sia stata già goduta, in quanto sforante il tetto del 10%.
Quali documenti tenere per effettuare la richiesta
Infine è sempre bene tenere a mente che per richiedere tali agevolazioni fiscali, è necessario compilare determinati modelli, specialmente il 730, e tenere alcuni documenti probanti il versamento volontario. Pertanto, le donazioni saranno considerate valide e attestabili se effettuate con bonifico/versamento bancario o in Posta, attraverso una carta di debito o Bancomat, una carta prepagata o di credito, assegni o mezzi di pagamento digitali riconosciuti dallo Stato italiano. In ogni caso bisognerà conservare accuratamente la ricevuta del versamento, che può essere anche un semplice estratto conto nel caso di pagamenti a mezzo carta di credito, o chiedere direttamente al beneficiario della donazione un rendiconto dei diversi versamenti effettuati.